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vogare — zaffo. | 533 |
Vogare, remare remigare (Dante, Boccaccio). Con sp. bogar, port. prov. vogar, fr. voguer nuotar su l’acqua, riposa su aat. * wogôn donde tm. wogen muoversi essere in moto agitarsi oscillare, muovere. L’aat. wogôn era alterato da wagôn, donde mat. wagen, ags. vagian. Il sig. primiero dei vb. rom. è solo di “spinger nave coi remi”; ma poi si estese anche a quello di “spingere con vela”, come appare da un passo fr. Nonostante che il gruppo non figuri nel bl., è però d’imprestito antichissimo. Der.: vog-ante-ata-atore-avanti.
Z
Zaccaro-era-ola, schizzo di fango, sterco o altra sporcizia che s’attacca alla lana di capre e pecore, bagatella, imbroglio (Morelli, Velluti, Burchiello). Da aat. zahhar zahar gocciola, distillatura, pece, ragia, donde mat. zaher [* zacher], tm. Zähre lagrima, stilla di pianto. Altre forme ger. sono: mat. zechern zachern piangere; ags. téar, taehher, ing. tear, anrd. tár, got. tagr, lagrima. È parola idg. primitiva sotto la forma dakru, che si riflette in gr. δάκρυ, l. lacruma [da dacruma], cimb. dacr, a. ir. dér lagrima, sans. ácra. Il passaggio dal signif. che vedesi nel ger. a quello dell’it. è molto forte; ma la considerazione che il senso primitivo del ger. era di “umore che stilla o cola” che presenta un concetto intermedio plausibile, e più la perfetta rispondenza dei suoni, non lasciano alcun dubbio sulla etim. in discorso. Der.: zaccheroso; inzaccherarsi; zaccoloso; inzaccolarsi.
Zaffo, turacciolo da botti o vasi simili, birro; sergente (Pulci, Varchi). Base: aat. zapho, zapfo sprizzo d’acqua, spillo, turacciolo per vasi da vino o birra. Di là mat. zaphe, zapfe d’ug. sig., tm. Zapfe Zapfen cocchiume, turacciolo. Il signif. fondam. del vocab. ger. era quello di “sprizzo o schizzo minuto d’un liquido” che vedrassi ri-