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vermut — visciola. | 531 |
piente d’acqua. Quest’ultima sarebbe ipotesi da prendersi in considerazione, se il basco avesse esercitato influenza alcuna sull’it., e se il nome fosse penetrato anche nelle lingue al basco più vicine come sp. e fr. Der.: vaschetta.
Vermut, vino bianco scelto con infusione d’assenzio (Rigutini e Fanfani). Questo neologismo recentissimo comune anche alla Francia che però lo possedeva assai prima dall’Italia sotto la forma di vermouth, riposa su tm. Wermuth svoltosi da mat. wërmuot wërmüete, aat. wërmuota, parola che etimologicamente varrebbe secondo alcuni “radice contro i vermi”; e secondo il Kluge sarebbe d’origine oscura.
Vescia, sorta di fungo; crepito del ventre loffa, chiacchiera (Buonarroti, Lippi, Redi). Risp.: piem. vësa, prov. vissina, sard. pisine, fr. vesse. Base: una voce ger. che riscontrasi in anrd. fisa spetezzare, mat. vis-t fis-t fiato del ventre, tm. Fiest Fiess, ing. fizzle veze; inoltre aat. mat. vissium viso biso. In it. il nome compare molto tardi nello scritto, ma la sua presenza nei dialetti accenna ad imprestito antico, ed in effetto antica è la forma fr. Lo strano accozzamento dei due signif. di questo nome sono spiegati dal Caix (386) coll’osservazione che in moltissime lingue questa sorta di fungo è designata, quale che ne sia stata la cagione, con espressioni equivalenti a “peto di lupo”. Da quest’ultimo concetto si passò indi a quello più generico di “peto”. Der.: vescione, svesciare, svescione.
Vilucura, voglia velleits (dial. tosc.). È vocab. riportato giustamente dal Caix a mat. ville-kür-kure-kor volontà libero arbitrio. Accanto all’astratto il mat. possiede il nomen actionis willekürer arbitro, e partic. willekurn liberamente scelto. Forse fa d’importazione del basso medio-evo.
Visciola, sorta di ciliegia (Soderini † 1596, Allegri † 1597, Redi, Magalotti). Rispondono: afr. guisne guine, fr. guigne, sp. guinda, basc. navarr. guile, valac. vi-