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480 | stampella — stanga. |
risalisse direttamente a ger. stumpf, avrebbe molto probabilmente conservata la spirante. Il bl. stampa degli Stat. Riperiae é, a detta del Favre, riproduzione dell’it., e lo stesso dicasi di stampus che è anche posteriore al primo, ricorrendo solo nel sec. 16º. Il Mackel crede che la forma fr. éstamper sia venuta dall’it. e lo deduce dall’ iniz. colla es. A ciò si può aggiungere che compare solo nel sec. 16º. Der.: stampa-tore-tura; stampe-ria-tta; stampi-glia-nare-no; stamp-o-one. V. Stampella.
Stampella, bastone degli storpi, gruccia (Buonarroti, Salvini). Il Caix fa q. voce d’orig. ger. certa, e la riferisce a vb. staphôn camminare od al suo derivato staphal base, sgabello, gamba dei mobili, ovvero anche ad aat. stap bastone. Secondo me è da preferire aat. * stamphil donde aat. stemphil mat. stempfel stempel che presenta una forma più omogenea. Il signif. è “mazza, pilo”; ma è divergenza di poco momento. Questa pare voce d’imprestito piuttosto recente; probabilmente ebbe per base immediata mat. stempel, e l’imprestito si fè nel tardo medioevo. Del resto mat. stempel da me proposto spetta al ceppo proposto dal Caix e visto sotto stampare.
Stanga, pezzo di travicello per diversi usi (Boccaccio, S. Greg., M. Villani). Paralleli lad. stanga, regolo, fr. étangues tanaglie, ossia propriamente “qualche cosa che risulta da due stanghe”, valac. steange di sig. ug. all’it. Il fr. stangue è termine araldico che vale “fusto od asta dell’ancora”. Risale ad aat. stanga che produsse mat. stange tm. Stange pertica, asta, sbarra, bacchetta. Altre forme sono: ags. stenge, steng donde ing. stang; ol. stang, anrd. stong d’ug. sig. Il tema ger. stango a detta del Kluge s’attiene alla rad. sting, conservatasi in ing. to sting pungere riannetentesi a got. stiggan e a tm. stechen, v. stecco. Il bl. stanga ricorre solo in territorio it. e in epoca relativamente tarda, ad es. nel Crescenzi † 1310, e nella V. B. Andr. Galerani; dunque riproduce l’it. Quanto al fr. étangues,