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438 | schivare — schivo. |
È incerto se l. spuma sia originariamente affine a ger. scûm [il p per k ricorre in lupus di fronte a gr. λύκος]. Ger. skûm viene comunemente riportato a rad. skû coprire anche in Scheuer capanna: varrebbe quindi “coprimento, coprente”. Evidentemente è voce d’importazione longobarda. La riproducono anche gael. sgûm e albanese s’ cume. Der.: spum-are-eggiare-oso.
Schivare-fare, scansare, sfuggire, avere a stomaco (Guittone, Dante). Forme sorelle: sp. port. prov. esquivar, afr. eschivir eschuir sec. 11. fr. esquiver eschiver, vall. hiuver, lad. schivir evitare disprezzare. Base diretta di questi vb. é secondo il Mackel ger. * skíuhan non documentato. Questo skiuan sarebbesi svolto mediante caduta dell’h e consonantizzazione di u da * skíuhan la quale ultima forma è presupposta da aat. sciuhen scûhen, mat. schiuhen schiuwen schûen fare paura e ribrezzo, spaventare; evitare, sfuggire. Di qui tm. scheuen temere, avere ribrezzo, scheuchen spaventare, scacciare, sost. Scheu avversione, paura agg. scheu timido ritroso schifo. Nell’aat. s’incontra altresì schiuhz schiuz scheuz, a cui rannodasi bav. moderno scheuz avversione, nausea. Vb. aat. skiuhan è denominativo da aat. * scioh, mat. schiech che vedremo sotto schivo schifo. Lo Schade per ispiegare afr. eschivir ammette l’esistenza anche di un aat. * skiuhjan; ma le forme in ir sono in questo caso spiegato dal Mackel anche senza di essa p. 126. Il fr. esquiver secondo G. Paris è un italianismo. Deriv.: schifa-mente-mento-noja-nte-nza-tore.
Schivo schifo (sost.) ribrezzo nausea; (agg.) ritroso, guardingo; sporco, lordo, ributtante (Guittone, Dante). Paralleli: sp. esquivo, prov. esquiu, afr. eschiu, lad. schiv, crudo, aspro, burbero. Lo Schade crede che le voci rom. data la forma che mostrano specialmente lo sp. il prov. e l’afr., riproducano direttamente un aat. * skiuh, anzichè essere formazioni svoltesi dal vb. relativo visto sotte schivare. Il signif. di mat. schiuhe, tm. Scheu, agg. scheu è