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schiavo. 431

progenie famiglia parentela razza specie sorta maniera, ed anche in tm. geschlacht, ben nato nobile. Il signif. di “stirpe” sin qui veduto non è l’unico e forse neppure il principale di aat. slahta che vale innanzi tutto “uccisione morte battaglia”; donde tm. Schlacht battaglia e schlachten uccidere. È strano l’accozzamento di due concetti sì diversi nello stesso nome. Il Faulmann tenta una spiegazione che è assai plausibile: il vb. aat. slahan, da cui il nome slahta mediante il solito suffisso ta, valeva “percuotere uccidere”; qualche rara volta anche “rassomigliare imitare” (cfr. la frase «battere le orme di alcuno»). Di qui al nome slahta anche il signif. di “coloro che imitano, che rassomigliano”, applicato specialmente agl’individui d’una stessa stirpe o progenie, come quelli che sono più inchinevoli a imitare e seguire gli esempi de’ maggiori. Questa interpretazione è confermata da una frase che ricorre nell’aat. «nâh dên fordôrôn slahan» = imitare i maggiori, gli antenati. Ma qualunque sia l’intima nesso che unisce i due concetti, è certo che il progenitore di it. schiatta spetta a rad. ger. slah percuotere donde anche tm. schlagen battere, e Schlag percossa. Il tm. conosce anche dello stesso ceppo uno Schlag con signif. uguale ad aat. slahta e tm. Geschlecht cioè “stirpe razza”. Der.: schiattona.

Schiavo, chi è in potere altrui (Dante, S. Giov. Grisost.). Rispondono: sp. esclavo, port. escravo, prov. esclau, afr. esclo esclas, fr. esclave per éclou. Base immediata fu certamente bl. sclavus che ricorre già verso il 900 in una carta di Lodovico il fanciullo re di Germania (Metrop. Salisburgens., tom. 2, pag. 15) e in una di Ottone I all’an. 939 presso Eccardo. Ma donde questo bl.? Secondo il Diez seguito dallo Scheler, Littrè ed anche dal Mackel, da mat. sklave sclave che valeva propriamente “slavo fatto prigioniero”. Ma come ciò se il mat. comincia solo tre secoli dopo? Il Mackel suppone un aat. slavo. D’altra parte il Kluge pur ammettendo che il signif. originario di bl.