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430 | schiatta. |
iscoppio e rumore; fr. éclat scoppio, splendore, venez. schiantizare risplendere. Il Diez riconduce questo ceppo ad aat. skleizân sleizên fendere spaccare strappare, donde mat. sleizen, tm; schleissen schlitzen d’ug. sig. Quest’etim. è accettata anche dallo Scheler per le parole fr., il quale Scheler fa osservare che la corrispondenza di aat. ei a fr. a è normale, e che iniz. ger. sl è sovente romanizzata per scl. Il Mackel p. 116 crede che l’unica difficoltà per questa derivazione sia la conservazione dell’isolato t in parola tolta ad imprestito per tempissimo. Ad ogni modo richiede a base del rom. non la forma ger. proposta dal Diez, bensi un aat. * slait(t)an, abfr. slaitan da ger. * slaitôn che deve essere esistito accanto a got. slaitjan come accanto a sleitzen si trova sleizen. A questo ceppo ger. si rannodano pure ags. slaetan, ing. to slit spaccare. Nonostante la difficoltà messa innanzi dal Mackel ci pare che questo etim. sia pur sempre da preferire a quello dell’Ascoli presso Kuhn Zeitschrift ecc. XVI, 209, il quale Ascoli vorrebbe trarre il ceppo rom. sclat sclant dall’antico tema rom. sclap-it. Quanto al senso speciale di “splendore” assunto dal fr. ésclat eclat, esso é spiegato dallo Scheler coll’osservare che il vocab. fr. denotando “movimento subitaneo (rottura, scissura) accompagnato da rumore e colpente la sensibilità uditiva”, é stato trasportato, come avviene spesso, a denotare fenomeno colpente la sensibilità uditiva. Però lo Scheler mette innanzi anche un altro ceppo ger., cioè rad. klat donde ol. klateren strepitare, col prefisso es = ex intensivo, ovvero ad ex indicante movimento dal di dentro al di fuori, essendo le idee di “rottura” e “rumore” relative, come vedesi in l. fragor “rottura” poi “rumore”. Der.: schian-tato-tatura; schianto.
Schiatta, stirpe, progenie; razza, qualità (Dante; Vit. S. Mad.). Voci sorelle: prov. esclata, afr. esclate d’ug. sig. A base sta aat. sclahta slahta, as. slahta; di là mat. slahte slachte; e tm. Schlecht in Geschlecht, stirpe nascita