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ruba — rubare. | 409 |
marc che dal signif. di “cavallo” passò a quello di “cavallo tristo” nel tm. Mähre. Per me adunque, checchè ne paja al Diez, questa è una parola derivata certamente dall’aat. ros, accanto a cui troviamo le seguenti forme: as. anrd. isl. hross, ol. ros, ags. hors, ing. horse. Il mat. presenta anche: ors, orse, orsse, afris. hors, hars, hers, fris. hoars = “cavallo” e propriamente “corridore”. Da as. hross il Diez cava norm. harousse mediante l’inserzione eufonica di a fra le due prime lettere. Ora questo è una novella prova per la orig. ger. di fr. rosse prov. rossa. Secondo il Kluge l’aat. primitivo era * hrossa a cui risponderebbe got. * hrussa. Di questo ceppo si sono fatti numerosi confronti e ravvicinamenti nel campo idg. Il Bopp Gl.3 450 mette innanzi gr. χρο-μη, nitrito, χρεμίζειν χρεμέθειν χρεμετίζειν nitrire, sans. hrësh nitrire; il Curtius 1, 242 e Corssen Kritische Beiträge zur lat. Formenlehre 404 sans. kars tirare. Ma tali raffronti sono dichiarati poco sicuri dallo Schade e dal Kluge. Più certa è secondo essi l’affinità con l. currere da * cursere, rad. krs correre. Il Kluge propone anche rad. sans. kûrd saltare, a cui pare da ricondurre anrd. hress snello, e rad. ger. hruth donde tm. rüsten preparare, ornare. Il Faulmann infine trae aat. ros da rad. di vb. ags. hreósan correre (?). Deriv.: rozzone.
Ruba, rapina, saccheggio, furto (Novellino). È usato nella frase “andare, mettere a ruba”. Ha per base aat. roub, ma usato nel signif. primitivo di “ratto, rapina, depredazione”, e non nel secondario e posteriore di “cosa rapita” e molto meno di “abito, utensile, facoltà”. Donde sì vede che l’aat. entrò in it. in due signif. e forme distinte.
Rubare, togliere l’altrui di nascosto; assalire per depredare (Compagni, Dante, Villani). Con sp. robar, port. roubar, prov. raubar, afr. rober, fr. dérober riposa su aat. roubôn [got. raubôn in biraubôn = συλάν, violare] raubôn roupôn raupôn, donde mat. rouben, rapire, saccheggiare, spogliare, tm. rauben, rapire, rubare. L’as. è rôvôn, spo-