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ardire — aringa. | 15 |
l’it. contribuisse a modificare le forme fr. e sp. Der.: archibu-giata-giere.
Ardire, osare, avere prontezza d’animo per intraprendere cose aspre e difficili (Novellino, Dante). Risp.: prov. hardir enardir, fr. hardir enhardir fare essere ardito, afr. ardier eccitare, sp. ardido ardito. Base: ger. hardian che diè aat. hartian indurare, agguerrire, hartan, hertan, mat. herten, tm. härten d’ug. sig., aat. harton, herten essere o divenir robusto, as. hardôn. Il vb. ger. s’era svolto da agg. ger. hart, harti cui rispondono got. hardus, ags. heard, ing. hard fris. herd hird, anrd. hardhr, dan. haard duro, robusto (di cose), forte, audace (di persone). L’ing. hardy forte, animoso, ha la stessa origine, ma è passato, a detta del Kluge, pel tramite di fr. hardi. La deriv. del gruppo rom. dal ger. è certa, non potendosi in conto alcuno accettare quella da l. ardere audere o arduus, ed eesendo puramente casuale la coincidenza fonetica di sp. ardido ardito e ardido ardente. L’agg. ger. hart risale ad idg. kartùs riflettutosi anche in gr. χρατύς robusto, potente, χρατερός χαρτερός robusto potente, χάρτα molto, e forse in sans. krátus robustezza potenza, lit. kartùs amaro, Grimm Gramm. 1, 187, Ges. d. d. Spr. 400. Altri paragona qui anche sans. cárdha-s ardito, forte. In fr. hardir ricorre sin dal sec. 11º. Bl. hardimentum compare solo in Francia e nel sec. 14º. L’imprestito del ceppo ger. è antichissimo, e dovuto forse ai Goti. Der.: ardi-mento-mentosamente-mentoso-taggio-tamente-tanza-tello-tetto-tezza.
Aringa, [dial. arenga], specie di pesce piccolo che pescasi nei mari settentrionali, e che viene qui seccato e affumicato (Polo Mil.; Burchiello). Rispondono: sp. arenque, prov. arenc, afr. harenc, fr. hareng, valac. hering. Risale a ger. haring, da cui passò per tempissimo nel campo rom. come, a detta del Mackel, prova il cangiamento che ger. i subì nel territorio fr., dove passò in c. Da ger. haring si svolsero: aat, hâring donde mat. haerinc [ges], tm. Häring