bikar, ol. beker, sv. bëgare, dan. bäger; sicchè ad ogni modo non ne sarebbe venuto un pecchero. Possiamo bensì ammettere che le frequenti comunicazioni della Corte Toscana con le corti tedesche nei sec. 16º e 17º abbiano contribuito a rinfrescare questo vocabolo e a fare credere al Redi che fosse entrato di recente dalla Germania, mentre in realtà era entrato da un pezzo, benchè non facesse parte della lingua viva it. Quanto alle voci sorelle, le dialettali it. mant. peccar e pav. pécher sono identiche alle forme dell’aat. e mat., alle quali è perfettamente uguale anche il valac. pëhar; ma le francesi e sp. sembrano piuttosto procedere da bl. picarium, anzichè direttamente dal ger. Questo bl. picarium era però anch’esso riproduzione del vocabolo aat. Il bl. lo troviamo già all’anno 1231 sotto la forma di pikarium in una carta di Federico duca d’Austria presso il Pez, sotto quella di picarium nel Necrol. F. F. Praed. tom. 2 Rer. Mogunt. p. 426, sotto quella di picherius all’ann. 1261 in charta Tabul S. Victor. Massil., di picheria negli Stat. Avig., di peccarium in Baldrico di Cambrai, ed in numerosi altri documenti belgi, francesi e tedeschi. Questo fatto che il bl. picarium appare quasi esclusivamente in paesi germanici o quasi germanici e quasi mai in Italia, è prova evidentissima ch’esso risale ad un’etim. ger., e non si può niente affatto ricondurre al l. baccar di Festo, come vorrebbero sostenere taluni. Tuttalpiù si potrebbe fare dipendere da quest’ultimo l’aat. pëhhar, benchè altri col Faulmann siano d’avviso opposto. V. del resto anche Bicchiere, che a mio avviso, ha per base ancor esso il voc. ger. già esaminato.
Piedestallo, pietra quadra con base e cornice che sostiene colonna o statua (Guinicelli, Burchiello). Il fr. è piedestal e lo sp. pedestal. Il Diez scorse in questo nome un composto ibrido di it. piede e di aat. stal, base, seggio: varrebbe quindi etimologicamente “riposatura del piede” e corrisponde esattamente a t. Fussgestel o Fusschemel. Il