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novigildo — nusca. 357


di Nord, settentrione, e aat. man, tm. Mann, uomo; quindi vale “uomo del settentrione,” o propriamente “Norvegese”, che i popoli di Norvegia erano a settentrione rispetto ai Tedeschi. Questi popoli divennero famosi nel secolo 9º per le loro scorrerie in Germania e in Francia; ed in seguito ad una di esse diedero il loro nome ad una provincia della Francia alle foci della Senna. Questa provincia si disse in fr. Normandie, nome che passò anche nel mat.

Novigildo (term. stor. giurid.), multa vigente presso Ostrogoti e Longobardi, per la quale i ladri dovevano pagare un valore nove volte maggiore dell’oggetto rubato. Il nome è un composto ibrido in cui entrano l. novem, nove, e got. gild, denaro, taglia [tm. Geld.], visto già sotto Guidrigildo.

Nusca (antiq.), collana, vezzo, monile (Ottim. Comm.). Con afr. nosche, nusche, prov. nosca, noscla, bl. nusca, nosca fibbia, fermaglio, procedette da aat. nusca, nuscia, nusga, nuscha, mat. nuske, nusche d’ug. sig. L’aat. presenta ancora nuskil, nusckel, nuschil; il mat. nuschel, nüschel coi dimin., aat. nuskili, nusculi, mat. nüschelin, sempre nel senso di fibbia, fermaglio. Spetta alla stessa radice di aat. nastilo, nestila, da cui vedemmo essere venuto nastro, e di aat. nusta, asola, ripiegamento. Graff 2, 1106; Benecke 2, 1, 423. Lo Scade p. 661 sospetta che il nome colla cosa penetrasse nel campo ger. dai Celti fra i quali troviamo: a. ir. nasc, anello, nusgaim, io lego o piego. Pare ad ogni modo alfine a l. nec-tere, legare, connettere. Nel ger. si formò di qui: aat. nuskilahhan, clamide, panno, sopravveste con fermaglio; aat. nuscian, nusgan, mat. nüschen, munire o fermare con fibbia. Nel bl. questo nome fu assai diffuso. Lo troviamo nelle Leges Anglorum et Verinorum tit. 6 e nella Charta di Goffredo d’Angiò, e nel Monasticum Anglic. 1, 240. Pare dunque che fosse vocabolo specialmente anglosassone. Però anche in Italia era antichis-