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nicchiare. 351


traccia dell’uso di nafra navra in senso di “cicatrice” o di “lato ruvido del cuojo”, ch’era anch’esso fondamentale nell’aat. e anrd.; il che potrebbe verificarsi esaminando i vocabolari tecnici e i dialetti. Il Baist oppone delle difficoltà a questa deriv. del Paris; ma tuttavia essa resta pur sempre molto più verosimile che quella del Diez. Deriv.: inaverato.

Nicchiare, dial. della montagna moden. gniccare, rammaricarsi piano, mostrar di non essere soddisfatto; intraprendere qualche cosa di mala voglia (Dante, Pataffio, Burchiello). Questo vb. finora non è stato fatto oggetto di ricerche etimologiche. Solo il Tommasèo propose di trarlo da l. niti, sforzarsi. Ma nè senso nè forma si prestano a tale derivazione. Io credo piuttosto che abbia la stessa origine che fr. niquer (Godefroi), che vale “brauler la tête” ", cioè “scuotere la testa in segno di rincrescimento” " da cui sost. nique, linguadoc. nica “beffa fatta alzando il mento”. Il fr. niquer risale ad aat. nicchen nichen mat. nicken, tm. nicken, da ger. hnicchan, che, a detta del Faulmann, è della stessa radice di vb. neigen, piegarsi. Il Kluge ne fa addirittura una forma iterativa di quest’ultimo. Il Mackel suppone che fr. niquer, almeno come scritto, sia penetrato dal ger. in epoca relativamente recente: l’it. invece è antico, benchè non appaia nel bl. La maggiore difficoltà per la orig. di it. nicchiare da ger. hnicchan sta nel senso, che a prima vista è assai disparato. Ma non è più tale se si ammetta che il signif. primitivo del vb. nicchiare fosse quello materiale di “scuotere il capo per malavoglia e rincrescimento”, come pare effettivamente che sia stato quello del fr. Ammesso questo, il passaggio ad un senso morale si spiegherebbe facilmente. Del resto la forma moden. gniccare mi sembra che ponga fuori di dubbio l’etim. ger. da hnicchan, a quel modo che trincare viene da trinkan, reccare da rechan, springare da springan. Deriv. nicchiamento.