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nastro. | 349 |
che il primo elemento sia ags. naru, stretto, affine a Nehrung, lingua di terra. In questo caso Narwal significherebbe “balena stretta”: ma come si giustifica questo senso? Di fronte a tanta disparità di opinioni, è più che mai ragionevole il riserbo del Kluge, purch’esso sia ristretto solo alla prima parte del composto.
Nastro, tessuto poco largo di varie materie e colori: nodo, cappio, fettuccia, (Dante, M. Villani). Voci sorelle sono: comas. nastola, bres. nestola, afr. nasle, fr. nâle, vall. nâle, cordone, fettuccia. Il valac. nastur = bottone, nodo. Nel bl. non ricorre, ma tuttavia dovette entrare nel campo rom. immediatamente dopo le invasioni barbariche; e probabilmente coi Franchi. Il Ferrari fu il primo a ravvisare che questo era nome d’orig. ger. In quel campo abbiamo: aat. nestilo, nestila, fiocco, cappio, legacciolo, da cui mat. nestel, tm. Nestel, cordellina, stringa, aghetto. Il bt. e ol. hanno nestel, cintura, legacciolo. Spettano allo stesso ceppo anrd. nist, niste, ago grande, e con scostamento fonetico maggiore aat. nusta, annodamento, e aat. nuska, mat. nüsche fibbiaglio. Considerando il gruppo st sk che appare in queste parole come parte della derivazione, si è ravvicinato il ceppo ger. in questione al l. necto, annodare, legare, e a sans. nah, annodare. Per aat. nestilo, got. * nestila, si è accennato anche al l. nôdus per * nozdos [come * nîdus da * nizdos]. Secondo il Faulmann il ceppo ger. proverrebbe da vb. perduto natian, mescolare insieme, svoltosi a sua volta da chnat formatosi da vb. chnëtan, impastare. Soggiunge che aat. nestila è strettamente affine ad aat. nezi, tm. Netz, rete; e che ambedue riposano sul concetto dell’intrecciarsi del filo, il quale s’attiene strettamente al mescolamento e compenetramento della pasta (?). La forma rom. presuppone un aat. * nastila, * nastilo. Le forme fr. riposano evidentemente sulla prima, e ne derivarono nasle, e poi nâle, con sincope del ti e poi della s. Anche com. nastola si svolse di qui. L’it. nastro risale a * nastilo, da