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330 mignone.


e che avevan con esse molte relazioni, quando usavano il bl. mica, micca non facevano che latinizzare una voce volgare diffusa molto in quelle parti, e che non aveva nulla che fare col l. mica, briciola, che del resto era troppo distante di senso, e che ad ogni modo non avrebbe poi prodotto un micca. Quindi ritengo collo Scheler che fr. miche e it. micca sia d’orig. ger. e niente affatto latina. Il fatto che la troviamo usata in it. per la prima volta dal Latini, potrebbe far credere che egli l’avesse imparata in Francia; ma poichè essa è comune in Lombardia, si può anche supporre che venisse direttamente a noi dai Longobardi, benchè non ne appaia traccia nell’aat. Deriv.: micchetta.

Mignone, favorito, amico intimo (Fra Giord.; Pulci, Morg.). Col fr. mignon, grazioso, delicato, vago, caro, prediletto, mignard, d’ug. sig., vb. mignoler, carezzare, vezzeggiare; riposa su as. minnja minnëa minna, aat. minnja minna minnî, mat. minne, ricordo, ricordanza, rimembranza, dono fatto per ricordo, filtro, dilezione, carità, buon accordo, buon accomodamento, oggetto d’amore, specialmente nei discorsi vezzeggiativi tra madre e figlio e viceversa, da vb. aat. minnëon minnôn, amare, far doni. Il tema ger. è minja; la rad. men man, pensare, ricordarsi, a cui si rannodano: anrd. minne, ricordo, bevanda per fare ricordare, ing, mind, mente, pensiero, ags. mynd, got. muns, avviso, sentimento. Inoltre le si fanno appartenere: vb. mahnen, ricordare, meinen, opinare e Mann, uomo. Una tale rad. è comune anche ad altre lingue fuori del campo ger.: gr. μένος, mente, animo, μιμνήσκω, mi ricordo, l. memini mens moneta reminiscor, rad. sans. man, opinare, credere. L’aat. minna, mat. minne, sparì dal tm. (sec. 15.º). Ma nella seconda metà del sec. passato Minne, amore, fu rinnovato da alcuni scrittori, forse sotto l’influsso francese. Quanto all’it., a me pare che immediatamente provenga dal fr., dove nel sec. 13.º appare dapprima la forma mignot. Deriv.: mignoncello. V. Mignotta.