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328 men — menegold.


Benfey 1, 495; Kuhn Zur ältesten Ges. der idg. Völker 16; Curtius2 315; Miklos. 374-380; Fick2 832. Deriv.: melmetta, melmoso; ammelmare.

Men, collare del cane (dialetto com.). Il genov. ha menu d’ug. sig. Ha per base aat. menni meinni, monile, catena od ornamento del collo, as. meni, ags. mene myne, monile, anrd. men, plur. menja, catena da collo, collana. Il got. era mani; il tema ger. mánia. Qui si raffrontano celt. gr. μανιάκης, collana o braccialetto d’oro dei Celti, l. monile, collana, gr. dorico, μόννος μάννος, dimin. μαννάκιον d’ug. sig., sans. máni, pietra preziosa, giojello, perla. Bopp 7, Gl.3 283; Fick2 14, 7. A questa stessa rad. spetta aat. mana, mat. mane man, giubba, criniera, specialmente del cavallo; da cui tm. Mähne d’ug. sig. e voci parallele ol. maan, ags. manu, ing. mane, anrd. mon, criniera, e anrd. makke, parte superiore del collo del cavallo. La forma ger. comune era manô. Questo secondo svolgimento di significati è assai più recente; poichè il signif. primitivo era semplicemente quello di “collo”, che restò prevalente nella prima delle due forme esaminate. Evidentemente in Italia penetrò mediante i Longobardi, e solo nella prima di esse. Notevole poi che in Italia pigliasse la determinazione di “collare del cane”; come aat. mana e voci sorelle presero quella di “criniera del cavallo”. Qui sembrano rannodarsi altresì a. ir. muince, collana, muin muinél, collottola, nuca, mong, capello, criniera, ind. manyâ, nuca.

Menegold, lattuga, rapa, bietola (dial. comasco). A questo corrispondono: mil. meregold e piem. manigot. Riposa su mat. manegolt mangolt da cui tm. Mangold, d’ug. sig. Circa questo nome ger. il Kluge p. 247 osserva che l’appoggio su Gold, oro, non sembra essere originario; e che è affatto ignoto perchè la pianta ricevesse la denominazione dal np. aat. Managold Mangold, da noi visto sotto Manigoldo, non si scorgendo alcun nesso logico possibile tra le proprietà di questo ortaggio e i signif. etim.