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312 manigoldo.


rente in Varrone, ne forma un malevatius malvatius che varrebbe “storto”: dal qual signif. materiale si sarebbe poi passati al morale. Ma se vatius valeva già di per sè “storto” che bisogno c’era dell’avv. male? Poi anche lo svolgimento logico del signif. sarebbe durissimo. L’Hoffmann ritiene possibile la derivazione da un malvaceus, fiacco, molle. Anche qui è troppa la distanza dei sensi. S’aggiunge che come nota il Diez, il rom. esige un etimol. uscente in si. Per tutte queste ragioni il Littrè, pur non dissimulandosi che il cangiamento della sillaba bal in mal è un po’ difficile, crede nondimeno che l’etim ger. di malvagio trovata dal Diez sia sinora la più verosimile e per senso e per forma fra le fin qui proposte. Ammessa però questa origine tanto il Diez quanto il Littrè ritengono che sp. malvado, prov. malvat, fr. malvé, cattivo, debbano staccarsi delle voci rom. sin qui considerate e ricondursi ad altra origine. Deriv.: malvagi-amente-one-ssimo; malvascia-o; malvestà-de; immalvagire.

Manigoldo, maestro di giustizia, boja, carnefice; furfante, briccone; uomo feroce (Senec. Declam.; M. Villani, Ariosto). Questo nome fra le lingue rom. è posseduto solo dall’italiana. Lo sp. manigoldo pare venuto dall’it. E certo che quest’ultimo ha per base un nome proprio ger. che nell’aat. presenta queste forme: Managold, Managolt, Manogold, Manigold, Manigolt, Manegolt. V. Förstemann, I, 904. Per ispiegare poi come un nome proprio diventasse un appellativo, bisogna supporre o che un individuo di nome Manigoldo fosse famoso pel suo mestiere di boja (cfr. ghigliottina da Guillotin), ovvero che il np. etimologicamente avesse questo signif. La prima ipotesi è esclusa dal fatto che storicamente non c’è un uomo di nome Manigoldo, che siasi segnalato neppure come carnefice. Resta adunque la seconda. Secondo il Grimm, Gramm. 3, 453 e Myth.2 1160, 498 nella composizione di questo np. entrano, un aat. * mani = menni meinni, collo, (v. Men), e gold, oro.