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lochio — loffo. | 287 |
giunge che al tempo del tm. i Tedeschi tolsero dal rom. il loro Litze, cavandolo proprio da fr. lice. Il che rende poco verosimile l’opinione del Diez.
Lochio, soffio, alito (Redi). A questa voce il Caix non sa assegnare altra etim. che quella dal t. Hauch respiro, soffio, alito, da cui sarebbe venuto un * ochio, e da questo, mediante l’agglutinazione dell’articolo, lochio. Tale derivazione è regolare sia da parte del senso che da quella della forma. Ma fa difficoltà il fatto accennato dal Kluge che il nome Hauch e vb. hauchen non appaiono che nel mat. e nel tm. e anche in questi due periodi hanno poca diffusione. Ed allora è lecito domandare: come potè il vocab. ger. entrare in it. durante l’invasione barbarica, se allora non consta che esistesse? e come potè entrarvi nel periodo del tardo medio-evo, se la parola nel mat. e tm. è piuttosto rara; e se in questo tempo il t. non dà all’it. vocaboli denotanti concetti astratti?
Lodretto, (antiq.) sorta di vivanda cha conservasi lungamente (Fran. da Barber.) È un nome dimin. che presuppone un * lodro, il quale ultimo è uno dei molteplici aspetti assunti in it. dal mat. luoder, tm. Luder, esca, carogna, che nel primo signif. diè origine a ledro, * lodro e logoro, nel secondo a quello di luodro. V. Logoro.
Loffiio, frollo, cascante (Fagioli). Credo che riposi su aat. slaf, ags. sloev, ing. slow, ol. slof, rimesso, debole, che sarà più ampiamente trattato sotto l’agg. seguente, di cui in sostanza non è che una forma parallela con leggera sfumatura di significato. Però il lombardo slofi, e venez. slofio valgono precisamente “fiacco”.
Loffo, grullo, melenso (Mea di Polito). A questa forma toscana rispondono: venez. slofio, fiacco, lomb. slofi, fiacco, sicil. lofiu, insulso. Ha per base l’aat. slaf [fles. slaffer], slaph, mat. slaf, tm. schlaff, bt. ol. slap, allentato, pigro, rimesso, poltrone, debole, bavar. schlapp. L’anrd. ha sliofr, ebete, pigro, ags. sleav sloev, ing. slow, ol. slof, pigro,