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252 guidalesco — guidare.


Guidalesco, prominenza nell’ultima vertebra del collo del cavallo; piaga, ulcere del cavallo (Crescenz., Firenzuola). Questo nome è stato derivato da vitae arista, spina della vita; dal nome guida, come se i guidaleschi fossero stati prodotti dalle guide o redini; e infine dal t. Widerrist, garrese; e quest’ultima etim., proposta già dal Caix, è la più probabile per il senso e per la lettera, dacchè il gu iniziale accenna evidentemente ad origine ger.; e d’altra parte, oltre alle forme bidalesco, vitalesco, videlesco, abbiamo videresco e guidaresco vicinissime a Widerrist.

Guidare, mostrare altrui il cammino precedendolo (Dante, Villani). Le forme sorelle sono: afr. guier, prov. guidar, sp. port. guizar, guiar, d’ug. sig. Per questo vb. che è indubbiamente d’origine ger. (perchè l’etim. del Settegast da l. vitare, è stata meritamente sfatata dal Paris Rom., XII, 132) furon proposti tre vb.: il got. vitan, osservare, custodire, dal Diez; l’anrd. vita dal Bugge, e finalmente aat. wîtan dal Wackernagel e dal Mackel. Quanto al primo, il Mackel rileva ch’esso in fr. avrebbe dato un * gueer; e il secondo avrebbe prodotto un fr. * guiter, e anrd. viti, segno, avrebbe dato fr. * guiton e non guidon, bandiera. Resta adunque il vb. wîtan, che si riflettè in aat. wîzan, mat. wîzen, stare a vedere, as. gewîtan, incamminarsi, andare, ags. wîtan, fare prendere una direzione. Lo Schade pp. 1190-91-92-93 osserva acutamente che la rad. ger. wît, wît, significa un “vedere certo, premeditato e risultativo”; e che da questo significato si svolsero quelli delle molte parole ger. spettanti a questo ceppo, come quelli di “stare a vedere, prendere una direzione, guardare uno, rimproverarlo, punirlo (qui il l. animadvertere “osservare” e “punire” presenta una analogia perfettissima), guardare per uno, indirizzarlo, condurlo. Con ciò è spiegata perfettamente la gradazione dei sensi; che del resto hanno analogia singolare nell’it. scorgere, che vale ancor esso “vedere” e “condurre”.