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gialda. 195


giata. La rad. ger. è t. gut, e la preger. ghut; da cui anche l. fundo, versare, futis, vaso da fondere, fûtire in effutire, gittar fuori, fûtilis, da gettar fuori, inutile, refutare, confutare, confutare, fons, da fovonts, fonte, poi gr. χέω versare, da χυ coi numerosi derivati χεῦμα, χῦμα vaso da getto, scorrimento, χύσις, fusione, χύτρα, pentola, χοή libazione, χόος χοῦς, sfasciume χυλός χυμός sugo, umidità. Spetta pure qui sans. hu, offrire (versare l’offerto), hutós, offerto, hâvájâmi, faccio offrire, âhavâs, offerta. Bopp, Gl.3 448-41; Corrsen, 12, 158; Kuhn 2, 470; Meyer, Got. Sprach. 15; Curtius3, 93; Grimm, Deut. Spr. 401.

Gialda, (ant.), specie d’arma antica di cui s’è perduto l’uso e la cognizione; ma che si crede lo stesso che la lancia. G. Villani 9, 70, 5. «I gialdonieri lasciarono cadere le loro gialde sopra i nostri cavalieri». Secondo il Diez, dal prov. gelda, società, (v. Geldra) si formò geldon, che dapprima sarebbe stato il “membro di una compagnia”, e poi avrebbe assunto il signif. di “lanciere”, pel fatto che i componenti queste compagnie portavano la lancia; a da questo prov. geldon, sarebbe venuto it. gialdoniere, e di qui da ultimo si sarebbe formato it. gialda. Ma secondo me la denominazione di un’arma dal nome degli uomini che la portano è cosa molto strana, verificandosi piuttosto il caso contrario; e fa poco al proposito il caso di partigiana allegato dal Diez, il quale sembra credere che una tal voce derivasse da partigiano, quando procede probabilmente da partire, “fendere”1. Inoltre dal prov. geldon, si sarebbe svolto un gialdone, e non gialdoniere; e dall’it. gialdoniere un gialdona e non gialda. Per tutto questo io ritengo più verosimile la deriv. dell’it. gialda dal got. giltha, falce, che L. Meyer, Got. Sp. 135,



  1. Il Littrè osserva opportunamente che il fr. pertuisane rimonta al sec. XV, mentre, partisan in senso milit. non è cosi antico.