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150 forsennato — franco.


anrd. for, canale. La rad. preger. è prk che troviamo riflessa nel l. porca, spazio fra due solchi, porculetum, campo diviso in ajuole; nell’arm. herk, maggese di fresco arato, cimb., rhyh, a. gall. rikâ, a. irl. rech, porca. La forma fondamentale di questa parola è prka. Trarre questa voce dal got. fôdr, come tentarono alcuni, ci pare assurdo, specialmente pel senso; dacchè il got. non significa altro che “provvigione, pascolo”; onde fra i due sensi c’è divario grandissimo.

Forsennato, privo di senno (Novellino, Dante). È un composto ibrido del l. for per foris, fuori, e del rom. sen, venuto dall’aat. sin, tm. Sinn, senno, mente (v. Senno). Probabilmente a noi venne dal prov. forsenat, afr. forsené [donde fr. forcené], giacchè la composizione di for con sen non era possibile che sul territorio delle lingue francese e provenzale dove la voce t. si trasformò in sen. Deriv.: forsennare, forsennataggine, forsennatamente, forsennatezza, forsenneria.

Frac, sorta d’abito d’uomo (neolog.). Procede dal fr. frac ricorrente già nel Duclos, che il Littrè trae dal tm. Frack, usato in Germania sin dalla metà del sec. passato. Questo t. Frack, secondo l’Adelung e il Kinderling, insieme colla cosa significata, venne dall’ing. frock, essendo noto che l’o ing. nella pronuncia piega verso l’a. Ma è poi oscuro che cosa etimologicamente sia questo ing. frock.

Framea, arma degli antichi Franchi, ch’era una specie di lancia col ferro molto lungo (term. stor. ). È il l. framea che Tacito ci rappresenta come vocabolo ger. Viene da alcuni collegato all’ags. franca, giavellotto; da altri al t. Pfriem, ol. priem, sved. pren, punteruolo.

Franco, libero, indipendente, sincero, leale, esente da spese o cure ecc. (Malespini, Dante). Circa questo vocabolo importantissimo nella storia, tutti convengono che sia d’orig. ger., salvo il Diefenbach che lo giudicò celtico, ma con poca o niuna verisimiglianza. Immediatamente adun-