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fitta — fodero. 143


signif. metaforici, cioè di “tributo, merito, ricompensa, pena, nonnulla”. Procedette direttamente dal longob. fio che s’incontra nel composto faderfio, “bene paterno della sposa”, cioè “quantum ei pater in die nuptiarum dederit” (Leg. Rotharis, 81; Haupt, I, 552; Grimm, Deutsche Rechtsalterthümer, 429). È forma sorella dell’aat. fiho, fihu, fëho ecc., che abbiamo visto avere dato origine al prov. feu, afr. fiu, donde fr. fief, e l’it. feudo (v. questa parola). Altri però vorrebbero riannodare fio al got. faih, faihu, danaro. Ma la forma ed il concetto stesso decidono a favore della voce longob. Del resto è poi sempre la stessa radice, come si vide già a Feudo.

Fitta, terra che sfonda (Lab. 388, Pataffio, Firenzuola). Il Diez assegna come probabile etim. di questa parola l’aat. fiuhti, terra umida, col quale si può confrontare il grig. fiecht dal tm. feucht, umido; ma il Ronsch lo connette a fitta da fingere, come se volesse signif. “terra finta, ingannevole”; il che però ci sembra poco verosimile.

Flirtare, scherzare, civettare (neolog.). È il fr. flirter, d’ug. sig., venuto a sua volta dall’ing. to flirt. Questo poi, può procedere o dall’ags. fleurdjan, motteggiare, o dal t. flirren, flirtsen, flirtschen, fare del rumore.

Fodera, fodra, tela o stoffa da soppannare vestiti (Niccolò da Uzzano; Legg. Tosc.). Questo nome non è che una forma varia dal seguente con senso specializzato, cioè ristretto da quello di “guaina o custodia” a quello di “guaina o custodia del vestito”. Deriv.: fodera-ia-re-tore-tura; infoderare; sfodera-re-mento.

Fodero, guaina della spada, soppanno, legnami o travi collegate insieme; vettovaglia (Novellino, Tav. Rit., Liv. M., Crescenzi). Procede direttamente dal mlt. foderum, e questo dal got. fôdr, guaina, custodia della spada: aat. fuotar, fuatar, fôtar, mat. vuoter, vûter, ol. voeder, nutrimento, guaina, tm. Futter; ags. fôdor, fôddor, fôddur, ing. fodder, cibo, anrd. fôdhr, foraggio. In tutte queste voci ger., ec-