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142 | finco — fio. |
Finco, specie di fringuello (voce del dialetto venez.). È la riproduzione esatta dell’aat. finco, vinco, fincho, vincho, fringuello; donde vennero mat. vinke, tm. Fink; Finke; ags. finc, ing. finch, ol. vinc, sv. finc, dan. finke, [got. * finki, * finkian, mancano]. È sorprendente la somiglianza del vocab. ger. col cimb. pinc, lieto, fringuello; brett. pint, fr. pinçon, sp. pinzon, pinchon, it. pincione; dial. ing. pinch, pink, fringuello. Però nè il ger. fincho viene dal rom. o dal cimb. pink, nè viceversa. E neppure pare siavi alcuna relazione col l. fringila, it. fringuello. Quanto al ger. fink, il Grimm, Wörterb., 3, 1663, lo collega a fanke, e funke, scintilla, traendolo dalla rad. verbale da cui il vb. mat. funken, tm. finken, fank, gefunken, scintillare, risplendere, a cagione del colore delle penne di certe sorti di questi uccelli detti dai Tedeschi Brandfinken, e Goldfinken, con probabile rapporto alla tradizione rustica degli “uccelli portatori del fuoco”. Lo Schade invece I, 196, seguendo lo Schmarda, Zool., 2, 446, lo connette ancor egli alla stessa radice, ma in considerazione delle piume rosse o rossogrigie del petto del Buchfinken e Bergfinken, ossia fringuello di faggio e fringuello montano, del capo e collo screziato e delle striscio gialle del Distelfinken o cardellino. Perciò questo nome risalirebbe alla rad. pik, colorare, dipingere, donde anche sans. ping, dipingere, pingas, nereggiante. Bopp, Gl.3 240. Dal che il Kluge deduce che il ger. fink e rom. pink siano originariamente affini. Egli accenna anche ad una possibile parentela col gr. σπίζα, σπίγγος. V. anche Friggibuco. Nel Veneroni ricorre anche la forma frinco, dovuto forse ad un ravvicinamento popolare con fringuello.
Fio, feudo o tributo che si pagava pel feudo. Questa voce s’usò in tal senso fino al tempo del Bembo. G. Villani 4, 20 scrisse: «Molti nobili e gentili uomini largamente dato loro sotto fio, li si fece vassalli». In seguito cessando d’esser adoperata in senso proprio, assunse varii