dan. hjelm, ol. helm. L’ags. helm [donde ing. helm, helmet], oltre al signif. comune alle altre forme ger., aveva anche quello metaforico di “difensore, protettore” " (cfr. a. ind. carman = “coprire” e “proteggere”); e fu per questa ragione che entrò come elemento di composizione in alcuni nomi propri, come Willhelm, it. Guglielmo, Anshelm, it. Anselmo. La forma ger. comune era helma dal preger. helmo. Essa procede dalla rad. hel, la quale per il fenomeno della differenziazione apofonetica frequentissima nel ger. diè luogo a due altre varietà hal e hul (però il Fick2 349, 204 riguarda hal, come la forma più antica, e la riannoda a a idg. skar, coprire); ed ognuna di esse ebbe una fecondità straordinaria. Infatti da hel vennero aat. as. ags. hêlan, hëlen, [got. hilan], hëlm, hilwe, gehilwe, hëlawa, hille, heli, helith; mat. hëln, tm. hehlen, Hehl, Hölle, ol. helen, ing. to heal. Da hul si ebbe got. hulian, as. hudlëan, aat. hullan, hullen, hulistr, huleins, hulla, hullid, hulsa, mat. hullen, tm. hüllen. Finalmente da hal, ampliatosi in halt con un t, si formò got. haldan, aat. haltan, mat. tm. halten, ags. healdan, ing. to hold, a. fris, anrd. halda, dan. holde, sv. halla, tm. Halle; inoltre aat. halr, hallia, hâli, hâle, hâligo, hâlingon, haelinc. V. Fick2 722-33. Nel campo indeu. alla rad. ger. hel corrisponde generalmente kel; quindi abbiamo lit. kletis, a. sl. kleti; sans. khalas; gr. καλία, καλύπτω, a. lat. callim, l. cella, celare, [forse anche celata], occulere, cilium, domicilium, cuculla, [v. t. Hülte], caligo ecc. Da questo, che è uno dei più insigni esempi della maravigliosa fecondità di una radice, è facile scorgere che parole a prima vista si disparate come t. hehlen, hüllen, Hölle, halten, hëlm, it. cella, celata, ciglio, apocalissi, cocolla, caligine sono rami d’uno o tronco ed elaborazioni della stessa radice compiute di prima o seconda mano da diversi popoli. Il lit. szálmas, e a. sl. slemu sono ancor essi stati tolti in presto dal ger., secondo il Kluge. Anche nel composto mat. helmbarte, tm. Hellebarte entra probabilmente come elemento la parola in quistione (v. Alabarda). Deriv.: elmato, elmetto.