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danzare — dardo. 103

diner, vacillare, muoversi or per un verso or per un altro. Lo Scheler però vede in quest’ultimo vb. un deriv. del vocab. infantile dada, esprimente i primi tentativi fatti per camminare.

Danzare, ballare, (Dante, Boccaccio). Venne dall’ aat. dansôn [tansôn], mat. dansen, tirare, stendere (propriamente = tirare una catena, una fila: senso che ricorre anche nel t. Reigen, Reihen, danza, identico al t. Reihe, fila). È singolare la storia di questa parola. Nel ger. significava “tirare”; poichè in quella lingua l’idea di “ballare” era designata da tûmôn e leihhan, got. laiken. V. Lai. Passò nelle lingue rom. [fr. danser, sp. port. prov. danzar, dansar], dove assunse il signif. che conserva tuttavia. Rientrò poi in Germania verso il sec. XI, sotto la forma di tanzen, tanz, ol. dansen, ing. to dance, e col signif. acquistato sul territorio delle lingue neol. V. Kluge, Etym. Wört. p. 32. Quanto poi all’aat. dansôn, esso appartiene al vb. dinsan, got. thinsan, [pas. thäns], che in t. si conserva solo nel dial. ass. dinsen, forse mediante il mat. dinsen, stendersi. Del resto la rad. ger. tens ha una diffusione immensa nel campo indeu. Difatti nel ger. le si raggruppano intorno il got. thanian da * thina, donde aat. deunen, mat. denen, tm. dehnen, stendere, dunn, sottile; e le corrispondono sans. tan, filare, tántus, filo; lit. testi, tiklas, a. sl. teneto, tonoto, funicella; gr. τείνω, τάνυμαι, τάσις, τένον, ταινία; l. tendo, teneo, tenuis. Sicchè i nomi danza, tenda, tendere, tendine, tenere, tenia, hanno la stessa radice! Deriv.: danza-tore-trice, danzetta; contraddanza.

Dardo, freccia dell’arco (Fra Bartol., Villani). Dall’ags. daradh, darodh, daredh, dearedh, ing. dart, aat. tart, lancia; anrd. darr, dörr, darradhr. Le altre forme rom. sono: fr. dard, sp. dardo, prov. dart. Dal ger. sono puro venuti il valac. darde, ung. dárda. Anche il celt. darts d’ug. sig., e il gr. δόρυ, δόρατος, lancia, sono stati proposti per etim. della voce neol.: ma è troppo chiaro che il ger. è senza