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cuffia. 101

striamo qui perchè sulla elaborazione del vocab. bl. ha influito anche il ger.; poichè esso, secondo ogni verisimiglianza, altro non è che l’aat. chupphâ, chuppâ, mat. kupfe, kuppe, kuffe, gupfe, mitra, perdutosi nel tm. Però la voce dell’aat. era a sua volta venuta dal l. cuppa, coppa, mediante l’aspirazione della labiale tenue, come suole fare il t. nelle parole tolte in presto dal l. Quanto al concetto, esso non deve fare difficoltà; avendosi altri esempi dove la stessa parola significa ad un tempo “vaso da bere” e “copertura del capo”. Tali sono, per es. il l. galea, elmo, e galeola, vaso; l’afr. bacin, prov. bassin = “bacino” ed “elmo”. L’aspirazione del l. cuppa per opera del t. dovette avvenire sin dal tempo di Venanzio; e ne fornisce una prova anche il Gloss. Cassel, che offre le forme choffa, e chupf. Anche un’altra etim. t. fu proposta per questa parola, cioè l’aat. hûba, mat. hûbe, tm. Haube ol. huif, [anrd. hûfa, ags. hûfe, ing. scozz. how, afr. huvet], parola che lo Schade rannoda a Hübel, colle, l’Heine al sans. kakubh, cima, donde il Fick2 45 trae anche il gr. κύμβος, κύμβη, vaso, nave, ed infine altri all’aat. haubit, houbit, tm. Haupt, capo. Però il Diez contro la deriv. di cuffia dal ger. húba, hufa, Haube, oppose che l’indurimento proprio dell’antico franco dell’asp. h in gutt. ch, o c, non s’incontra in alcun altro caso di parola rom. proveniente dal t. Alla parola cozzare vedemmo per altro che l’indurimento dell’aspirazione pura in g qualche volta si diede; perchè non potrebbe essere avvenuto anche in c? È certo almeno che fra l’ags. húfe, anrd. húfa, aat. huba e il voc. del mlt. c’è molta vicinanza di senso e di forma. Qui poi è da notare una cosa che non so se sia mai stata avvertita da nessuno. Il tm. Haube, aat. hûba riposa sulla rad. idg. kup, dalla quale si svolsero pure il l. cuppa, donde aat. cupphâ e le altre forme viste di sopra, il l. caput, t. Haupt, Kopf, e gr. κεφαλή: tutte parole contenenti l’idea di “punta, vaso”; sicchè ad ogni modo il tm. Haube, il