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96 | cozzare — crazia. |
ger. che produsse le voci rom. La ragione è che nell’aat. ci sono molte parole spettanti a questo ceppo: per es. umbichuzzi, sopravveste, umbichuzzen, vestire, cugilchozzo, mat. cugelchozza, cocolla. Ora questa diffusione e antichità della voce aat., congiunta colla comparsa relativamente tarda delle rom., prova, secondo lui, che non la forma ger. della bl., bensì questo da quella ebbe origine. Quanto all’ags. cote, ing. cot, bt. kot, è ancor esso etim. possibile del rom., nonostante il signif. di “capanna”, giacchè le idee di “abitazione” e di “vestito” si toccano anche in altri casi (v. le voci fr. casaque e chasuble, presso Scheler). Del resto il bt. kot, ags. cot, e l’aat. kotzo, chozzo, avevano in origine la stessa rad. preger. * gudo, got. * kuto, * kut. Dal bt. originò ing. cot, casa, capanna; dall’ags., cote, in dovecote. La rad. ger. penetrò anche nello sl. colla forma kotici; e le corrisponde forse nel campo indeu. il gr. βεύδος, veste di donna. Deriv.: cottardita, cottola.
Cozzare, il percuotere e ferir delle bestie (Dante, Crescenzi). Il Frisch pensò al t. hutzen d’ug. sig. Ma il Diez combattè questa etim., dicendo che la pura aspirazione h non si cangia in gutt. passando dal ger. nel rom.; e propose come fonte dell’it. e del fr. cosser, un tipo coctiare, venuto dal part. l. coctus per coictus dal vb. coiicere. Credo anch’io che difficilmente il vocab. rom. sia potuto derivare dal t. hutzen; però la ragione addotta dal Diez non mi pare buona, poichè da huwo l’it. cavò gufo, da taha taccola, nei quali casi ed in altri si è verificato precisamente il fenomeno da lui negato. Il Caix opina che cozzare proceda da cozzo, e che questo vocab. popolare significasse anche “testa”, donde la frase «dare di cozzo». Deriv.: cozzamento, cozzo; accozzaglia, accozzare, raccozzare, scozzare.
Crazia, moneta toscana del valore di 7 centesimi (Machiavelli, Leg. Com., 3, 333). Venne dal mat. kriuzer, kriuzaere, tm. Kreuzer denotante una piccola moneta mar-