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88 | cilecca — ciocco. |
Cilecca, burla che si fa altrui mostrando di voler dargli ciò che poi non gli si dà (Poliziano, Rim. 2, 26). L’unica etim. che finora si è potuto assegnare a questo vocab. è dall’agg. aat. scileh, scelah, mat. scilch, curvo, storto. Accennerebbe dunque a quella guardatura di traverso che si dà agli altri quando si vuole beffare uno, come nel caso di celia. Altri anzichè dal semplice scileh, scëlah, il fanno venire dall’agg. schielauge, composto di schielen, torto, e auge, occhio. Ma contro queste etim. si potrebbe osservare che la cilecca è un atto, anzichè una sorta di guardatura. Deriv.: accileccare.
Ciocca, gruppetto di fiori o foglie o frutte attaccate insieme: bioccolo di capelli (Dante). Dal mat. schoc, schok, schog, schogk, as. skok, tm. Schock, ol. schock, mucchio, fascio, numero di 60 pezzi (monete od altri oggetti). Dal fatto che il mat. schocken, svev. schoche, vale “mettere il grano in mucchi”, il Kluge deduce che dapprima fosse usato solo di mucchi di spighe o covoni. Il mat. schoche = fieno ammonticchiato. Le voci ger. riposano sul vb. as. scacan, che nell’ags. e a. ing. offre il significato di “commuoversi, agitarsi, tremolare” ecc., sensi che convengono assai bene ai nomi derivati in t. e in it. La rad. ger. è skak, preger. skag. Il sans. khág = agitarsi, commuoversi; donde khagákos, “pezzo di canna” (Bopp). Lo Schade riattacca questo vb. scacan, all’aat. e mat. scëhan, scëhen, commuoversi, agitarsi, donde il tm. geschehen, avvenire. Il Kluge però mette la cosa come non sicura. Ma s’ella fosse fondata, s’avrebbe il caso singolare che le parole it. ciocca, ciocco, e ciuco apparterrebbero alla stessa rad. del vb. t. geschehen, accadere. Ci pare peraltro che la grande disparità del senso renda poco verosimile una tale affinità. Deriv.: ciocchetta-ina; acciocco, dicioccare.
Ciocco, pezzo di legno; colpo (Dante). Anche questa parola proviene dal mat. schoch, tm. Schock. Già l’idea di “ammasso, oggetto grosso e tozzo” abbiamo visto es-