Pagina:L'Effigie di Roma.djvu/51


effigie di roma 51

del nome di Roma scritto sui denari debbo ora parlarne più estesamente. Nei denari più antichi non si legge altra iscrizione che la sola parola Roma, la quale legalizzando la moneta tiene il posto solenne sotto il tipo del riverso. Da questo posto è però a poco a poco scacciata da altre iscrizioni, in primo luogo dai nomi dei monetari, poi anche dalle iscrizioni, che spiegano i tipi. Si cominciò col trasportare il nome del riverso all’averso, poi se lo scrisse in monogrammi, se lo cambiò con altre formole e si finì col lasciarlo interamente. Nei denari del primo e secondo periodo stabilito dal Mommsen la parola Roma si trova sempre scritta sul riverso prescindendo dal n. 109 Minucia, che ha una rappresentanza straordinariamente ricca, nonché dal n. 96, dove L. Atilius ha tratto vantaggio dalla rassomiglianza della prima sillaba del suo cognome con quella di Roma per scrivere in vece di ROMA, NOM, dunque fino all’anno 620 la parola non ha lasciato il posto se non in casi eccezionali. Fra i denari del terzo periodo, 620-640, 23 hanno il nome sul riverso 7 sull’averso, fra quei del quarto, 640-650, 14 sul riverso 20 sull’averso, mentre su 5 altri manca. Nel periodo quinto, 650-670, il nome non si legge più che sopra i riversi del n. 191 sopradescritto e del n. 213 Iunia neppure in tutti i coni di essi, nonché sopra 9 aversi. Più tardi è rarissimo, vd. gli aversi di n. 233 Fonteia, 255 Poblicia e un denaro di T. Carisius, che ebbe una certa predilezione per tipi antichi, si vd. pure il riverso di n. 265 Satrienna26.

I denari che fanno vedere la parola Roma accanto alla testa coll’elmo alato, sono n. 108 Fannia, 109 Minucia, 119 Tullia, 127 Maenia, 138 Acilia, 143 e 144 Caecilia, 145 e 147 Fabia, 146 Servilia, 148 Cornelia, 149 e 169 Manlia, 150 Numitoria, 158 Didia, 166 Calidia, 167 Curtia, 168 Sergia, 172 Porcia, 173 Flaminia, 181 anonimo coll’insegna della lupa descritta di sopra, 183 Clulia, 190 Apuleia, 255 Poblicia. Ma questa combinazione dipende dal