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RELATIVITÀ MECCANICA 15

il quale un corpo conserva lo stesso stato di movimento proprio, sino a che una “forza” non lo costringa a cambiarlo. Infatti se non ci fosse l’inerzia, gli oggetti posti alla superficie della terra o nel treno in marcia, non potrebbero continuare a muoversi, cioè a restare in quiete “relativamente” alla terra o al treno. Essi si comporterebbero differentemente rispetto ai corpi di raffronto, secondo che questi fossero mobili o meno; si potrebbe scoprire il movimento in se stesso, e non vi sarebbe il principio di relatività meccanica.

Si può affermare che pochi teoremi hanno dato tanto da pensare alla umanità per la loro completa intelligenza. Tolomeo, come abbiamo visto, sembra abbia avuto l’intuizione della relatività dei moti, ma si è arenato dinanzi al principio meccanico. Galileo ne è il padre, l’ha perseguito sino alle ultime applicazioni e non si è mai ingannato nell’usarla? La questione rimane insoluta. Forse fu Newton che per il primo la trattò a fondo, traendone le ultime conseguenze, ma in ogni caso Galileo, prima di ogni altro, ne ha dato un’esposizione chiara, ne ha riconosciuto tutta la portata, l’ha discusso esaurientemente e ne ha fatto, con la vivacità e con la passione che distingueva cosí grande uomo, un mezzo popolare di spiegazione. Nella sua discussione sui due sistemi del mondo, che si può leggere anche oggi con interesse, egli spiega con una grande chiarezza e secondo le nostre concezioni attuali, che per il principio dell’inerzia, tutti i fenomeni accadono sulla terra in movimento perfettamente eguali a