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e moderne in questa branca; se no, storico e giudice, incompetenti, giudicano le asserzioni infondate degli altri in nome delle proprie, che sono altrettanto arbitrarie1.

La filosofia trascendentale è l’idea d’una scienza, di cui la critica della ragion pura deve architettonicamente, cioè per principii, abbozzare il disegno intero, con pieno garanzia di solidità e sicurezza di tutte le parti che compongono un tale edificio. Essa è il sistema di tutti i principii della ragion pura. Se questa critica non si chiama essa stessa filosofia trascendentale, la ragione è che, per essere un sistema completo, dovrebbe contenere altresì un’analisi compiuta di tutta la conoscenza umana a priori. Ora la nostra critica certo deve metterci sott’occhio l’enumerazione completa di tutti i concetti fondamentali, che costituiscono la suddetta conoscenza pura. Ma non contiene l’analisi particolareggiata di questi concetti, nè la rassegna completa di tutti quelli che ne derivano, in parte perchè tale analisi non sarebbe conforme ai suoi fini, non presentando essa la stessa difficoltà, che sta invece nella sintesi, intorno alla quale lavora, come in proprio terreno, tutta la critica; in parte perchè sarebbe rotta l’unità del disegno, se si volesse dare con la responsabilità della compiutezza una tale analisi e deduzione, di cui possiam fare a meno, considerati i fini della nostra critica. Questa compiutezza, per altro, tanto nell’analisi quanto nella deduzione dai concetti a priori che rimangono da assegnare, è facile a integrare quando prima di tutto ci siano questi concetti soltanto come principii completi della sintesi e non manchi nulla rispetto a questo scopo essenziale.

Appartiene quindi alla critica della ragion pura tutto ciò che costituisce la filosofia trascendentale, ed essa è la idea completa della filosofia trascendentale, ma non ancora



  1. Le parole «tanto meno... arbitrarie» non erano nella 1ª ediz. Dopo di esse, con le parole «la filosofia trascendentale...» incominciava la seconda sezione della primitiva redazione di questa introduzione, intitolata, come già ricordammo (pag. 37): Partizione alla filosofia trascendentale.