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204 | illustri italiani |
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A lui diresse Ugo Foscolo il carme Sui Sepolcri, chiamandolo dolce amico, e invidiandone “il canto e la mesta armonia che lo governa”; ed egli il ringraziò subito con questa lettera, ignota ai biografi di Foscolo e del Pindemonte.
“Venezia, 15 aprile 1807.
Tale tuum Carmen nobis, divine poëta, |
“Comincio dal ringraziarvi dell’onore, che fatto mi avete, e poi mi rallegro con voi di quello, che farete con questo’ vostro nuovo componimento a voi stesso. Ove trovaste quella malinconia sublime, quelle immagini, que’ suoni, quel misto di soave, e di forte, quella dolcezza e quell’ira? È cosa tutta vostra, che star vuole da sè, e che non si può a verun’altra paragonare. Io non vi dirò ch’esser potevate men dotto e antico, e un po più chiaro e moderno, perchè so come voi pensate su questo argomento, e perchè forse mi risponderete, che una certa oscurità al sublime appunto contribuisce. Piuttosto vi accennerei alcune cosette qua e là, che non finiscono di
può accettarsi questo giudizio. Di fatto quanto la lima migliorasse questa canzoncina vedasi dal paragone del primo getto, che diceva:
Colline ed acque
Chiesi agli Dei:
Il voto piacque:
Pago io vivrò.
Nè quella fonte
Co’ desir miei,
Nè questo fonte
Mai varcherò.