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nelle forze la maggior possibile potenza relativa; se manchi la cospirazione degli interessi, manca la cospirazione delle forze, mancano le cognizioni sulle cose importanti: lumi, bontà, potenza vanno insieme, come ignoranza, malvagità, debolezza.

Il Romagnosi veniva pure adoperato qual consultore materie legislative, e l’ispezione sopra le scuole di diritto, concentrata nel ministero della giustizia, e ad esaminare i professori e le opere politiche e legali.

Stese in quel tempo un Saggio filosofico politico, onde prescrivere un metodo retto d’insegnare, e dar eccitamento per apprendere, porgendo un’unità sistematica, che togliesse gl’inconvenienti che derivano dalla dissociazione e successione tumultuaria delle scienze e delle varie parti d’una stessa facoltà. E già sino dal 1803 aveva esposto un Progetto di regolamento degli studj politico-legali, che può ancora con frutto consultarsi.

Al tempo stesso pubblicava un Giornale di giurisprudenza amministrativa e civile, intento a schiarire il nuovo sistema di leggi, e venire in sussidio dei giudici e dei pubblici funzionarj.


IX.


Al cadere del regno d’Italia, il Romagnosi non solo perdette gli impieghi civili, ne’ quali aveva acquistato il senso pratico che d’ordinario manca alle menti speculative, ma la Reggenza Provvisoria eretta in Milano avendo, per patriotismo, ordinato che i forestieri cessassero dagli impieghi1, il Gioja, il Custodi, il Rasori, il Salfi, il Foscolo furono dimessi: e anche il Romagnosi, benchè sin dal 26 luglio 1813 fosse stato accettato per nazionale.

Quella Reggenza Provvisoria riparò a molti difetti del Codice Penale, abolendo le Corti speciali, la confisca, la deportazione, la berlina come pena; il castigo contro i ministri del culto che corrispondessero con poteri esteri, cioè col papa; il marchio a fuoco per chi non fosse condannato a vita, ed altre fierezze. Esistono i consulti e gli schemi di decreti fatti su ciò dal Romagnosi; il quale, sodata la dominazione austriaca, continuò ad insegnare l’alta giurisprudenza coll’aggiunta del diritto canonico, finchè col settembre 1817 si abolirono le scuole

  1. 19 maggio 1814.
CantùIllustri italiani, vol. I. 35