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ovidio | 395 |
Confessiamo che aveano ragione gli amici e torto il poeta.
Nessuno vorrà negargli somma facilità, ma che riesce a un’abbondanza trascurata; nel fondo mostra più ingegno che giudizio; e meglio che coll’Ariosto, egli s’appaja col Marini, ricorrendo come lui al genere più facile, le descrizioni. Quanto disti dai veri classici può comprendersi ove si paragonino l’Arianna sua e quella di Catullo, il suo Orfeo e la sua Didone con quelli di Virgilio; e sta lontano da Orazio, Virgilio, Tibullo quanto Euripide da Sofocle e il Tasso dall’Ariosto: ond’è notevole come brevissimo tempo bastasse perchè la letteratura romana passasse da Catullo non ancora dirozzato a Ovidio già corrotto.
Nel Cinquecento severi grammatici lo riprovarono come barbaro; Bartolomeo Ricci lo bruciò, dicendo che i suoi libri, dove non nuociono al costume, non giovano al gusto. Il Voss, il Quadrio l’appuntarono di molti anacronismi, di sbagli di storia, di sconvenienze. A vicenda trovò ammiratori, e Alfonso re di Napoli, accampando coll’esercito presso Sulmona, a questa mostrò grande onoranza come patria di sì gran poeta, soggiungendo rinunzierebbe a parte de’ suoi Stati per far rivivere quest’uomo, la cui memoria gli era più cara che il possesso dell’Abruzzo1. Bayle nel Dizionario, sotto il suo nome accumula materiali al solito, e a proposito del caos, discute se da questo potesse tirarsi l’ordine del mondo; quanto sia assurdo il supporre che la divinità separasse un dall’altro gli elementi, che invece sono destinati a lottar continuo fra loro; e come sovratutto non possa dirsi terminato il caos per la specie umana, condannata a perpetue contraddizioni. Una critica imparzialmente severa soggiunse Clementino Vanetti alla vita scrittane dal cavaliere Carlo Rosmini2.
Particolarità intorno a lui abbiamo quasi da lui solo. Alla nobiltà della sua nascita teneva quanto un aristocratico qualunque, e vantavasi d’esser cavaliere senza aver mai portato le armi, lagnandosi gli si preferisse chi non divenne tale che per merito di valore3.
- ↑ Jov. Pontanus de principe, fol. 54 dell’edizione di Firenze, 1520.
- ↑ Vita d’Ovidio di Carlo Rosmini. Milano 1821, vol. 2.
Vedi anche Amar et Barbier, Notice litteraire sur les èditions et traductions d’Ovide. - ↑
Aspera militiæ juvenis certamina fugi....
Præferitur nobis sanguine factus eques,
Fortunæ munere factus eques,
Militiæ turbine factus eques.