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Grazia che fiorisce in ogni espressione di vita, nelle industrie e nelle armi: perfino nella corruzione del cinquecento la ritroveremo: in molte etère in Pietro Aretino: nella femmina e nel ricattatore.

Verrà tempo in cui, seguendo un ideal corso storico, il periodo che va da quando Donatello, Michelangelo, Leonardo e, se bene più tardi, Galileo col loro incomparabile genio glorificarono gli umili elementi dei primitivi e dettero dell’opera degl’Italiani, rinati all'amore del tutto, segni quasi divini; — da allora, o meglio da loro, senza mai dimenticare l’alba della Rinascita, si scenderà rapidamente al Risorgimento e subito ai giorni nostri poi che troppo lenta troppo effimera fu la vita italiana, se pur notevolissima a tratti, in questo intervallo: e troppo dolorosa per noi che nel Cinquecento nutrivamo il mondo col nostro sapere, quando le famiglie italiche avevano ancora traffichi e banche dovunque e la lingua nostra era quella delle più colte persone del mondo. Troppo doloroso ci parrà questo intervallo in cui abbiamo perduto tutto l’impero che veramente lo spirito e l’intelletto della nostra stirpe, pur divagata in mille maniere politiche, aveva imposto all’intelligenza universale.


Ma se tanto perdemmo, ci fu concesso finalmente riunire in un’unica potenza tutta Italia ed ora noi siamo per dare alla patria una compagine morale necessaria più della vita; poi che, è tempo di dirlo: