Pagina:Ioannes Baptista a Vico - Opera latina tomus I - Mediolani, 1835.djvu/169


italorum sapientia 139

ta, ed eser l’aria insinuata nel sangue. Però non ho creduto giammai che in cio la gentile teologia servisse alla cristiana. Ma io nella Risposta (pag. 107) definiva la forma metafisica: guisa onde ciascuna cosa si forma, che si ha a ripetere onde furono mossi gli elementi da prima e da tutte le parti dell’universo. Dissi altrove (Cap. I, pag. 52) che ’l sapere vero è sapere la guisa: Scire enim est tenere genus, seu formam qua res fiat. E nel medesimo luogo diedi cotal differenza tra ’l vero divino ed umano, che verum divinum est imago rerum solida, tamquam plasma; humanum plana, tamquam pictura. E la ragione è spiegata ivi: Scientia sit cognitio generis seu modi quo res fiat, et qua, dum mens cognoscit modum, quia elementa componit, rem faciat, solidam Deus quia comprehendit omnia, planam homo quia comprehendit extima. Onde la mente umana viene ad essere come uno specchio della mente di Dio: e perciò pensa l’infinito ed eterno; e quindi la mente umana non è terminata da corpo, e in conseguenza non è anche terminata da tempo, che è misurato da’ corpi. Dunque ella è in ultima conclusione immortale. Se non avessi posto quelle definizioni della guisa e della scienza, e quella differenza del vero umano e divino che ho detto, avrebbono luogo quelle vostre ben sette difficoltà.

Ma quivi a torto (pag. 113) (con buona vostra pace sia detto) mi accusate d’ingiustizia, perchè io dissi nella Risposta, aver io scritto che ’l moto del sangue si debba a’ nervi, e voi aver riferito il contrario. Perchè manca nel rapporto quella spiegazione che fate or nella Replica (e chi? l’aria stessa di là, cioè dall’arterie e dalle vene): oltre che, con dire di là ne’ canali de’ nervi, sembra negarsi che prima siasi il moto dell’aria ne’ canali de’ nervi insinuato: e ragionevolmente poteva alcun credere, che essendo nel cuore vasi e sanguigni e nervosi, l’aria non ne’ nervosi, da’ quali son mossi i muscoli de’ suoi ventricoli che sono le chiavi maggiori del sangue, ma ne’ canali del sangue siasi prima di tutti insinuato. E quantunque addolcite la puntura del mal costume con quelle parole: «Certamente pare che ’l signor di Vico commetta contro di noi quell’ingiustizia che riferisce l’Autore dell’Arte del pensare essere stato solito commettere Aristotile contro certi filosofi, a cui egli a torto attribuiva qualche grosso errore, per poi mostrare d’averli gagliardamente confutati;» io però mi contento dei mio poco sapere ingenuo, ch’esser comparato di mal costume ad un gran filosofo.

L’ultima delle vostre opposizioni (pag. 111) si è quella che fate contro ciò che ho ragionato della Topica, Critica e Metodo. Prima dite che io suppongo esservi apprensioni false: «e forse ciò è una falsità; una gran parte de’ filosofi insegnando che le apprensioni essenzialmente sian vere, come ancora il sono tutte le sensazioni.» Io non mai ho inteso