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s’ingannano coloro che pretendono giudicare dell’antichità delle gemme dalla sola loro interna lucentezza.

Né della sola istruzione faceva lor copia, davane pure continuo esempio co’ molti lavori che trattava e perfezionava di soggetti mitologici vuoi tolti dall’antico, vuoi di propria invenzione, i quali tutti giunsero ad un numero cospicuo. Le ore stesse del riposo erano da lui spese nella lettura de’ classici e specialmente poeti che avvivano soprammodo l’immaginazione, e che furon sempre cari ai sommi artisti, bastando per tutti il dire qual tesoro far sapesse di Dante il Buonaroti. Dalle quali cose siccome veniva all’Accademia cesarea non poco lustro e decoro, così non è a maravigliare, se nel 28 marzo 1836 a proposta di quel consesso fosse il Pichler nominato con sovrana risoluzione ordinario Consigliere Accademico, essendone già fin dal primo suo giungere in quella città Accademico di merito. Nè fra i lavori vogliamo pur omettere i molti ritratti d’imperatori, di re, di reali principi, non essendovi, potremmo dire, corte europea che non sia ricca di una gemma da esso incisa. Per la qual cosa fu egli donato di magnifici e preziosi regali, e di medaglie in oro personali1, distinzioni tutte che solo si largiscono ai

    acido zolforico e tripolo bruciato; con ciò lo scopo è raggiunto.

  1. L’una è del Re Carlo Alberto di Sardegna avente nel diritto la reale effigie, nell’esergo la leggenda

    ALOISIO PICHLER
    COELATORI OPTIMO