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vo1. Tuttavia i moderni fisici hanno riconosciuto che di tutti i mezzi cercati per raddrizzare le immagini nella camera oscura il più semplice è quello di porre sotto la lente uno specchio piano, per la cui riflessione l’oggetto si rappresenti situato com’è realmente2.

9. Nella edizione della Magia naturale del Porta in venti libri trovasi il seguente passo: « Concavae lentes, quae longe sunt clarissime cernere faciunt, convexae propinqua; unde ex visus commoditate his frui poteris. Concavo longe parva vides, sed perspicua convexo propinqua maiora, sed turbida; si utrunque recte componere noveris, et longinqua, et proxima maiora et clara videbis. Non parum multis amicis auxilii praestitimus, qui et longinqua obsoleta, proxima turbida conspiciebant, ut omnia perfectissime contuissent. »3 L’affermare col Nelli4, che in questo luogo della sua Magia il Porta d’altro non parli che di vetri concavi e convessi adattabili a’ miopi ed a’ presbiti, non mi sembra giusto. È ben vero che nel primo periodo del citato passo sono indicate le proprietà degli occhiali convessi e concavi, e l’uso che ciascuno può farne secondo la qualità della vista. Nel seguente periodo per altro si parla di un artificio destinato ad ingrandire e rischiarare gli oggetti. Inoltre le parole si utrunque recte componere

  1. Mag. nat. lib. XVII, cap. VI.
  2. Encyclopedie methodique. Dictionnaire de physique, tom. II, p. 316.
    Pouillet, Elements de physique et de meteorologie, t. II, p. 253. Paris 1844.
  3. Mag. nat. lib. XVII, cap. X.
  4. Vita e commercio letterario di Galileo Galilei t. I, pag. 177.