Di chiara stampa segnerà sua traccia,
In fama salirà chi Febo mira,
15Chi non lo mira converrà che giaccia.
Veder si lassi il dio che l’arco tira,
Nè sarò vile; all’appressar del nume
Mova la gioventude e piedi e lira,
Se il tetto antico sul paterno fiume
20Affidar vuole, e ai maritali nodi
Venire, e ai dì delle canute piume.
Splenda famoso per canori modi
Chi la tenera man pone alla cetra,
Taccia chi ascolta le Apollinee lodi.
25Dal mar pur esso ogni fragor si arretra,
Mentre che sono in celebrar poeti
Di Febo Licoreo lira e faretra.
Lascia di lagrimar sua prole Teti,2
Se Peana Peana intorno suona,
30Ed interrompe i suoi antichi fleti
Colei, che in Frigia trasmutò persona,
E dagli aperti labbri umido scoglio
Dolenti non so quai note ragiona.