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110il vicario di wakefield. |
e tutti i drammi di Shakespeare sono oggi le sole cose gradite.”
“E fia vero che l’età nostra si compiaccia in quel dialetto antiquato, quelle facezie e que’ riboboli vieti, in que’ caratteri fuori del naturale che riboccano a bizzeffe nelle opere da voi nominate?”
“Il pubblico, o signore, non s’impaccia di lingua, di bizzarie e di caratteri, perchè a lui non importa, nè punto nè poco di codeste cose: egli va in teatro per ispassarsi, e gli par d’essere beato quando può godere del gesteggiare d’un istrione sotto la custodia de’ nomi venerandi di Shakespeare e di Ben Jonson.”
“E per questo io suppongo che gli scrittori moderni siano piuttosto imitatori di Shakespeare che della natura.”
“Per dire la verità non imitano nè l’uno nè l’altra nè cosa veruna ch’io mi sappia; nè il pubblico ciò da loro richiede. Non l’invenzione o lo stile del dramma riscuote gli applausi, ma sì bene il maggior numero de’ salti e degli atteggiamenti che vi si ammettono. Ho veduta una rappresentazione vuota affatto di piacevolezze diventare la benvoluta del popolazzo per li contorcimenti degli attori; ed un’altra scampare da una totale stramazzata per un’accessione di dolori colici introdottavi dal poeta. Signor mio, le opere di Congreve e Farquhar sono troppo studiate pel gusto presente; e il nostro dialogo moderno è assai più naturale.”
Intanto che tenevansi per noi questi parlari, giunse la carretta dei commedianti al villaggio; e i terrazzani, probabilmente informati della nostra venuta, erano usciti tutti, nè si saziavano di guardarci; per lo che il mio compagno mi trasse a considerare come i commedianti di villaggio abbiano più spettatori fuori del teatro che dentro. A me non venne sospetto alcuno della cattiva figura di mia persona in mezzo di quella gente, prima ch’io non mi vedessi d’ogni banda attorniato dalla ciurmaglia.