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48 | Capitolo secondo |
a quella con cui si rappresentava il Dio trino e uno. Questo Lucifero con tre facce, che è come l’antitesi della Trinità, o come il suo rovescio, appare in iscolture, in pitture su vetro, in miniature di manoscritti, quando cinto il capo di corona, quando sormontato di corna, tenendo fra le mani talvolta uno scettro, tal altra una spada, o anche due. Quanto tale figurazione sia antica è difficile dire, ma certo è anteriore a Dante che la introdusse nel suo poema, e a Giotto che prima di Dante la recò in un suo affresco famoso: essa si trova già nel secolo XI; e di un Beelzebub tricipite è cenno nell’Evangelo apocrifo di Nicodemo, il quale, nella forma che ha presentemente, non è posteriore al secolo VI.
Come più cresce negli animi e si dilata nel mondo la paura di Satana, più la bruttezza di lui si fa orrenda e fantastica; ma s’intende bene che a fargli dare piuttosto una che un’altra figura contribuivano non poco le occasioni, le credenze, i temperamenti. La forma più semplice di cui egli sia stato vestito è quella di un uomo alto, macilento, fuligginoso o livido, straordina-