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40 | Capitolo secondo |
di fare, nelle zuffe dei mortali, corron pericolo di toccare, come i mortali, di buone busse. Per ciò non deve sembrare strano che le dottrine pneumatologiche, così giudaiche, come cristiane, attribuiscano di solito un corpo agli angeli e ai demonii.
Dottori e Padri della Chiesa, son quasi unanimi nel credere che i demonii sieno provveduti di un corpo, già posseduto da essi quando ancora duravano nella condizione di angeli, ma fatto dopo la caduta, più denso e più grave. La densità di quel loro corpo, assai più lieve sempre che non sia il corpo degli uomini, non è da tutti stimata egualmente: nel secondo secolo Taziano la faceva simile a quella dell’aria o del fuoco, e un corpo formato d’aria dava ai demonii Isidoro di Siviglia in principio del settimo. Altri, come san Basilio Magno, inchinarono ad attribuir loro un corpo anche più sottile. Ma ben s’intende come non potesse esservi in sì fatto argomento una opinione unica, da doversi seguire universalmente, e come potesse Dante, senza offendere la coscienza di nessuno, dare al suo Lucifero, là fra i ghiacci di Cocito, un