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328 Capitolo undecimo

concilio di Firenze, fermò il dogma del purgatorio, la cui dottrina era stata innanzi svolta da san Gregorio e da san Tommaso, non si pronunziò sopra questo punto particolare. Dante, che quanto alla situazione e alla struttura del purgatorio ha immaginazioni e concetti tutti proprii, quanto alla relazione di esso coi demonii tiene la opinion dei teologi e lascia quella dei mistici. L’antico avversario tenta, gli è vero, di penetrare nel purgatorio del poeta in forma di biscia,

Forse qual diede ad Eva il cibo amaro;

ma gli angeli, gli astor celestïali, lo volgono in fuga. Sia qui notato di passaggio che le pene del purgatorio furono da taluno credute più aspre che non quelle dell’inferno, e ciò perchè non duravano eterne, come l’altre duravano.


L’inferno era l’ordinaria dimora dei dannati, e il luogo dov’essi soffrivano regolarmente il meritato castigo; ma non si creda che la regola fosse a dirittura senza eccezione. Lasciando