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Visite all'inferno 303

Dante certamente conobbe. Sì fatte discese nel regno dei dannati solevano essere effetto della divina grazia, sollecita della salute di alcun peccatore, o di quella di un intero popolo, dimentico dei precetti e degli ammonimenti divini; ma non sempre la grazia c’entrava, almeno in modo diretto. San Gutlaco, di cui ho già ricordato più di una volta il nome, è assalito nella sua cella, una notte, da una legione di diavoli, che con molti tormenti lo trascinano a vedere le pene dell’inferno. Ugone d’Alvernia, l’avventuroso cavaliere, va in inferno per ordine espresso del suo re, che voleva tributo da Lucifero. L’anno 1218 un conte di Geulch offre gran premio a chi sappia dargli notizia della condizione del padre, morto poco innanzi. Un intrepido cavaliere offre i suoi servigi, scende con l’ajuto di un negromante in inferno, e quivi trova il vecchio conte, il quale dice che le pene gli saranno alleviate, se si restituiranno alla Chiesa certi beneficii da lui tolti indebitamente. Quando la grazia divina operava in modo diretto, un angelo soleva guidare il visitatore.

La visita poteva compiersi in ispirito soltanto,