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e modernamente il Nestore della Toscana scienza chirurgica il Prof. Pietro Betti, un paese, da cui vuolsi traesse origine la famiglia Medicea, infame si per delitti, ma grande ancora per forte volere e sapienti opere, debba noverarsi fra quelli, cui natura fu avara d’ingegno.

Il temperamento prevalente ne’ corpi mi sembra, nelle donne massimamente, il venoso e venoso linfatico, misto talvolta ad alcun che d’idroemico: e dico nelle donne massimamente, perchè negli uomini le abitudini del faticare maggiore e all’aperto, rendendo il sangue un poco più ossigenato, lo allontanano alquanto dalla schietta venosità. Notevole nelle donne parmi la fecondità, come si può rilevare dalla media numerica delle famiglie, la quale spicca fra le più alte della Toscana1. Nella pianta maschile poi singolare veramente mi sembra l’attitudine a crescere nello spazio e nel tempo; vo’ dire, che non infrequenti sono gli esempii di longevità, ed anche avanzata; come pochi anni sono, il così detto Mengone, o per antitesi, Bambino di Barberino, facea maravigliare i mercati e le fiere vicine di sua colossale statura2.

Mi si dirà: questa è un’eccezione. La natura, rispondo, non opera a caso: guardate fra’ maschi, tra’ braccianti massimamente, e vedrete quà e là una tendenza a svolgere grosse e grandi corporature.

I quali fatti, oltre all’avere una ragione nel vivere temperato de’ paesani, l’hanno anche nelle condizioni fisiologiche degli organismi e nella indole del clima. I longevi difatti non si trovano così agevolmente ne’ luoghi d’aria pura e libera, come sugli alti monti, ma ne’ piani e nelle vallate, ove il lavoro di ossigenazione o di combustione vitale essendo ne’ corpi più lento, prevalendo