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Anno XIV. | 3 Aprile 1915. | Num. 14. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
La Pietà (Poesia). — La via delle chiese. Il Gattice, o Tremula, o Alberella
(Poesia). — Le colonie dello Stato di Santa Catharina
Educazione ed Istruzione
Il vero vincitore di Waterloo
In un suo vecchio discoro, l'Imperatore Guglielmo II, parlando delle guerre di liberazione e più specialmente della breve e decisiva campagna del 1815 ebbe a insisteere sulla parte importantissima avuta da Blücher e dai suoi soldati nella giornata di Waterloo e ha detto che soltanto l’opportuno arrivo dei Prussiani «aveva potuto salvare l’esercito inglese da certa distruzione.»
Queste parole ci porgono l’occasione di esaminare una questione abbastanza importante dal punto di vista della storia militare; chi, cioè, sia stato vero vincitore della memorabile battaglia; questione che nessuno perisavaa porre e probabilmente i’tes$1.1no pensava che:sarebbe Pasta, la seradellagiarnata del 18-giugno 18 rs, quando, davanti liance,i1Wellington e Bliicher «s’incontratklcinbui) sahttlir’onb scambievolmente. 37iiif1lcitYlPh514t8Mét(iff dgt2t4 nella iscrizione cominernorativaMiefsUleggioSntla facciata della storica casa.
Anzitutto non è inutile ricordare che così la-resistenza di Wellingtorceoiné l’intervento di Blücher, non furono uno di quei colpi nei quali il é4 sorte concorrono in niado che a mala pena si ’ricé a determinare la loro rispettiVa influenza. L’idea-ché comunemente si ha della battaglia di ’Waterlogiué,1 questa: che gli inglesi attateassero Napoleone e si battessero con lui’arrischiando tutto senza sa.pere con precisione e senza preoccuparsi se i loro alleati, i Prussiani, potessero venire in loro aiuto: Bliicher,
d’altra parte, si sarebbe slanciato a caso nella direzione nella quale il suo istinto strategico gli indicava che l’esercito inglese era impegnato, e finalmente sarebbe apparso in buon punto come un deus ex machina per decidere le sorti della giornata. Così sarebbero andate le cose secondo quello che ebbe poi a dire Napoleone; ma in realtà i due generali non si abbandonarono al puro caso, come generalmente si crede, bensì procedettero di comune accordo. Wellington non si decise ad accettare la battaglia di Waterloo se non perchè aveva, non la speranza, ma la certezza assoluta di essere energicamente appoggiato da Bliicher molto prima della fine della giornata. Uno storico non sospetta, il Clausewitz, c’informa ehre (tititfesti2 a’étortli"-fra.1 dtteL’-’generaliL" ~otto l31- sii gi6iiiity605fh Yíl ebtrigiíntLiirreldib 44k: glitikkliiiclfTieé&Phétla di Whiel-18~:5191§teSse; autore.(€1e9FL-bffiMilà.é qiiilnl’PigtAYM’naUVfNa~eilik.htag, iirlinkelidh fsit4Uttiéliat*Nectk112chiarrikit’Ma.’ AranaliAntiViiailef tiéNYnerale ingleie, diceVa che diarantéíì ’Omettigli’? «Wéllington si sarebbe ritiratfb’se avesse potittórnilo.» 3III”i’ Wellington invece, non L’Onsò n’èfrillietiO per 8 o a ritirarii;ià battaglia era iirtcominciata alle i.., rei e mezi2.,érinno di un’ora, &S O, Wellington iSc5t2Va giANdt’élleàalle alture allifglit-Saikt-Jean i Prussiani cir movevano da lontano verso iil, mpo éti begfli?. Mae 4 Napoleone. é roine - `rth doA Esh 1.,’R,Telle-’l’s. l’offensiva. assalend’c?’ i r-i ililt albi- del giorno, data larcfrgtanza d Sf égv iivaìvemticher,‘Meni2tift.ltljea AIE sftRe 1.1As2sa ig di sette od olio are teal Mom&itlf’délilla lèékg cà’ffa appariziakect dei" Prussiarii2 ((rf"Kenfelakséwitz — in questo spazio di temffirripegnare combattere e deciièteije una 1.)é?2 batta0’a - a Wie uguali; sicchè i’nessun agsl ira’ a teMe?W’cll’è Wellington potesse e.ere battuto prirnà dell’arrivo di Bliicher.»:;’bVif dunque senza dubbio una grande e coffi litalti la e ricca di conseguenze quella chP?14 lé? ani riportai-0n° sulle truppe raia.N ifi-e ~11815; ma in quell’episodi° 1MY %i lotfig t:ib/iii° noi non dobbiamo véll’02 vAll ’dr Wig
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