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Anno XIII. 9 Maggio 1914. Num. 19.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —Le testimonianze dei Martiri. — L’opera benefica dei Sindacati cristiani.
Religione. —Vangelo della quarta Domenica dopo Pasqua. Le colonie del Rio Grande Do Sul — Necrologio Giuseppe Morando.
Beneficenza. —La Società Lombarda «Pro Ciechi». — Per la Provvidenza Materna — Opera Pia Catena.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


La testimonianza dei Martiri


Il martirio è uno dei fatti più importanti della storia del Cristianesimo. Lo spettacolo di una moltitudine sterminata di cristiani di ogni età, sesso e condizione sociale e di tutti i paesi, che hanno volontariamente reso testimonianza a Gesù Cristo, alla sua vita divina, alla sua Morte redentrice, ed hanno preferito perdere la vita Piuttosto che rinnegare le loro convinzioni religiose, ha destato sempre alta meraviglia e profonda commozione. La maggior parte degli uomini che questo fatto hanno contemplato con interesse e senza prevenzioni, vi ha trovato sempre l’intervento di una forza superiore che, sola, può spiegare l’imperturbata serenità e l’invitta costanza di fragili creature fra tormenti inenarrabili. E gli, apologisti cristiani, fin dai primi secoli, vi hanno veduto una prova della vera fede. Nei martiri infatti vi Come una manifestazione sensibile di realtà ultraterrene da essi vedute e affermate coraggiosamente col sacrifizio della propria vita; in essi vive e si concretizza la credenza in uno stato di cose che trascende le meschine apparenze di quaggiù, in una vita perenne, piena, definitiva che non conosce vicissitudini e incertezze e ch’è lo scopo della vita presente. Per affermare e per raggiungere queste realtà trascendenti i martiri versarono tutto il loro sangue con sicurezza e con gioia ineffabili. Ora, poichè il Cristianesimo fu il primo che additò chiaramente all’umanità l’ideale superiore cui essa deve svolgere le sue aspirazioni e la sua attività, predicando il Vangelo del segno di Dio, per acquistare il quale bi-

sogna saper sacrificare tutti i beni caduchi di questa misera terra, i martiri divennero testimoni eloquenti della religione cristiana. Essi continuarono la missione di G. C., primo e divino martire della verità e realizzarono con la loro attitudine di fronte alle potestà terrene il desiderio vivo del Salvatore. «Voi mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e Samaria e sino agli estremi del mondo» (Atti, I. 8). Rivivendo in sè medesimi Cristò Gesù, vivo e immortale, i suoi ideali, le sue speranze, i suoi amori e i suoi dolori, essi resero veramente a lui una testimonianza vivente e la confermarono col suggello efficace del proprio sangue.

Ma quale fu in particolare l’oggetto della testimonianza dei martiri? Attestarono essi i nudi fatti storici che dettero origine al Cristianesimo, oppure vollero affermare una dottrina, la dottrina del Cristo feconda di vita eterna, la divinità di Gesù, Maestro Divino, sempre spiritualmente vivente nelle loro anime?

Vivaci discussioni su questo argomento sono state agitate in questi ultimi anni anche nel campo cattolico, specialmente in Francia. Paul Allard, l’illustre e noto storico delle persecuzioni, alla fine di un prezioso volume, in cui raccoglieva «Dics lecon sur le martyre donnee à l’Institut Catholique de Paris» — tradotto da poco anche in italiano — discutendo il valore della testimonianza del martirio cristiano, afferma nettamente che l’oggetto di essa non una dottrina, ma un fatto, le fait chrètien. A prova appunto di questo fatto, parce que ce fait avait été vu et verifié par eux, i martiri dettero la loro vita. E la lorp testimonianza è grandemente efficace, perchè volentieri l’uomo crede, giusta la felice espressione di Pascal, les histoires dont les temoin se fon égorger.

Per abbracciare tutta la storia del martirio, l’Allard distingue due categorie di martiri: quelli della prima generazione cristiana che hanno assistito di persona agli avvenimenti o ne hanno avuto notizia dai testimoni immediati di essi; gli altri che sono morti nel corso dei secoli e quelli ancora che morranno in avvenire. I primi attestano i fatti originari di cui furono testimoni diretti; i secondi attestano il fatto della Chiesa che continua e prolunga il fatto primitivo. Man mano che il Cristianesimo nel tempo si allontana dalle sue origini apparisce, è vero, più come dottrina che come fatto; ma i fatti