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IV. — Monti e valli; cenni orografici, geologici ed orometrici. 73

II passo di Cadin (1954 m.) rannoda la catena del Lagorai a quelle dello Scalet e del Sassorotto-Fravort, che si potrebbero considerare come un’unica giogaia in direzione da N.a S., all’occidente della Cima d’Asta.

Le cime più elevate dello Scalet sono lo Scalet o Cima delle Tre Croci (2491 m.) e la Pala delle Buse (2410 m.). La catena del Sassorotto-Fravort, posta a mezzogiorno dello Scalet, ha linee più dolci, pendìi coperti di prati e di boschi cedui, sopra i quali si elevano la C. Scalette (2199 m.), la C. di Sette Selle (2896 m.), il Sassorotto (2387 m.): il Laiton (2380 m.)f il Fravort (2231 m.) e la Panarotta (1999 m.). A S. di questa vi è il M. Vetriolo, celebre per le sue acque arsenicali, che scaturiscono dalle grotte del Vetriolo e dell’Ocra. e a SW. la Canzana, località montuosa, che per tanto tempo e ingiustamente si volle identificare colla Chiarentana di Dante (Inf. XV, 9).1

Gli altri quattro piccoli gruppi, di cui ci resta a parlare, sono tutti disposti, assieme allo Scalet, fra la Fersina e l’Avisio. Di essi il più importante è il Doss di Segonzano, che raggiunge la modesta altezza di 1592 m. ed è noto perchè in esso si trovano le piramidi di Segonzano dette anche I Omeni. Sono una selva di colonne di terra, che portano in cima a guisa di spocchia mi sasso, offrendo uno spettacolo strano, specialmente alla sera, quando i raggi del sole fanno spiccare il colore della fanghiglia giallastra, che copre la sommità delle colonne e danno l’idea di giganti col berretto giallo.- "L&- sstìs principale di queste piramidi si trova in tre grandi vallee con inclinazione quasi inaccessibile; le guglie e i pinnacoli hanno un allineamento dall’alto al basso e sono talvolta uniti per mezzo di una cresta sottile. I massi, che sovrastano alle colonne, superano talvolta il metro cubo di volume; l’altezza delle piramidi varia da 10 a 40 m. La loro costituzione è di un conglomerato terroso contenente massi di varia grandezza.

Secondo il Ratzel «le pietre che servono da tetto formavano

in origine una sola lastra e la materia sottoposta, per la



  1. Cfr. L. Ricci. La «Chiarentana» di Dante. In «Tridentum» Anno I, fasc. I e III. Trento, 1898.