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I dialoghi dialettici. 13

vita la sua filosofia si era ritirata nella scuola,1 dall’arte egli era passato alla scienza. Venuto in possesso della verità, egli ora insegna dogmaticamente: il suo pensiero si è mutato non tanto di contenuto quanto di organismo. Dalla larghezza dell’analisi, come era del resto naturale, maturandosi il suo ingegno, egli era proceduto sempre più verso la sintesi, raggiungendo nel Fedone e nella Repubblica il giusto contemperamento dei due processi: era naturale altresì che progredendo più oltre, fissa la mente diritta allo scopo da raggiungere, quella majeutica, che aveva prima formato la caratteristica geniale e suggestiva del sistema socratico, oramai paresse una lungaggine,2 un fuor d’opera, e con essa tutto ciò che non contribuiva a guidare allo scopo con maggior sicurezza e con maggior prestezza. Resta bensì ancora nel Sofista e nel Politico la forma dialogica, ma le risposte del discepolo, che è ridotto ad essere veramente ed esclusivamente discepolo, potrebbero facilmente levarsi, sostituendo del tutto la forma dogmatica continua del Timeo, che fu preferita da Aristotele: si parla anzi fin da principio della possibilità di adottarla.3 Se non la si adotta, è più che altro per effetto di abito, non perchè la forma dialogata abbia più alcun motivo di essere. Il dialogo serviva appunto come antidoto dell’ipse dixit: esso dava pure le ragioni avversarie; esso rappresentava come si era venuta formando quella tal convinzione: qui invece si dà la conclusione, non il processo; non si discute, si insegna: l’uditore, se non è per anco una



  1. Cfr. Ivo Bruns, Das literarische Porträt der Griechen in fünften und vierten Jahrhundert vor Christi Geburt, p. 272.
  2. Il Parmenide, che precede certo il Sofista, segna il passaggio al nuovo metodo. Ivi infatti l’Eleate (p. 137 B) sceglie a interlocutore il più giovane, espressamente perchè suppone non debba esser troppo litigioso (ἥκιστα γὰρ ἂν πολυπραγμονοῖ).
  3. Pag. 217 C. Cfr. Lutoslawski, The origin and growth of Plato’s logic, p. 417.
Fraccaroli, Il Sofista. 2