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106 | Il sofista. |
Socr. Su questo: se tutte queste cose le contano come una sola, o come due, o, poichè tre sono i nomi, distinguono anche tre specie e ne attribuiscono una a ciascun nome.
Teod. Nulla toglie, credo io, che egli ce lo [B]spieghi. O come dovremo dire, o forestiero?
For. Così, o Teodoro. Nulla toglie infatti, e non è difficile dire che li ritengono tre. Ma uno per uno definirlo chiaramente che cosa è, non è impresa piccola nè facile.
Teod. Ebbene, per combinazione davvero, caro Socrate, hai toccato dei discorsi molto simili a quelli su cui anche noi prima di venir qui l’avevamo interrogato1. Ed egli anche allora con noi pretesseva la scusa medesima che con te ora: chè quanto ad esserne abbastanza informato egli pure lo ammette, e non dirà di essersene scordato.
II.
[C]Socr. Non voler dunque opporci un diniego, o forestiero, per la prima grazia che ti chiediamo. E dinne intanto questo: t’è più caro di solito disserire da te solo con un discorso continuo su ciò che tu voglia dimostrare a qual-