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Veggonsi intorno intorno alle chiar’onde
Dell’Hesperide gli horti in gran vaghezza,
Dove ogn’amenità dentro s’asconde,
76Da generar ne i cuori ogni allegrezza:
Tanta temperie d’aria il ciel v’infonde,
Ch’i frutti son di mirabil dolcezza:
Ne dir saprei de i refraganti odori,
80Che spiran da gli ameni, e vaghi fiori.
Quivi giardin di cedri, e di limoni
Vaghi son piu, che mai fesse Natura,
D’aranci, e frutti dilicati, e buoni
84Piantati, ch’ il dolce aer ben matura.
Producan l’acque i pregiati Carpioni,
Et altri nobil pesci oltra misura.
I monti, Olivi, Pini, Allori e Mirti
88Più vaghi assai, che qui non saprei dirti.
Credo che quivi il suo cieco fanciullo
Gia mandasse Ciprigna a nutricare,
Dove ogn’amenità, ogni trastullo,
92Ogni delitia, ogni piacere appare,
Quindi l’origin sua hebbe Catullo,
Dove potè poetando cantare,
Perche se il verso suo sonoro chiuse,
96Il potè far, che nacque infra le Muse.