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il catilinario 9

operazione così vile: anzi a quello studio, dal quale, cominciato, m’avea dipartito e ditenuto1 lo disordinato desiderio di onore, a quel medesimo io ritornando, diliberai delle storie di Roma scrivere, non per tutto, ma per parte, le cose, siccome ciascuna era di memoria degna. E tanto più in ciò mi fermai, quanto io potea sicuramente dire, sentendomi l’animo libero da speranza e da paura: le quali due sono come due parti nè fatti del comune2. Adunque della congiurazione (a)3 di Catilina4, tanto verissimamente quanto io più potrò, in brievi parole riconterò5: perciocchè quel fatto io stimo e giudico in prima ricordevole per novità di gran fallo e di pericoloso6. De’ costumi del quale uomo un poco riconterò, in prima che io faccia cominciamento di mio dire.

CAPITOLO II.


De’costumi e della intenzione di Catilina.


Lucio Catilina di nobile sangue fu nato, uomo di grande e poderosa virtù d’animo e di corpo7; ma fu d’ingegnamento reo e perverso8. E da sua prima gioventù le brighe dentro alla città, le fedite, li micidii9, le rapine a lui piacquono molto; e eziandio poichè fu fatto uomo10 in queste cotali cose continuamente studiò e brigò11. Il suo corpo avea poderoso


    talvolta significa, come in questo luogo, il rimanente, la rimanente parte; onde Dante, Purg. 5, disse: Tu te ne porti di costui l’eterno, Per una lagrimetta ch’e’ mi toglie; Ma io farò, dell’altro, altro governo.

  1. m’avea... ditenuto, cioè trattenuto, distolto: del tutto alla latina (detinuerat), e così pure costruito: manca al Voc.
  2. le quali due ec.) Qui è errato il volgarizzamento. Il lat. ha: quod mihi a spe, metu, partibus reipublicae, animus liber erat.
  3. (cioè del trattamento e del tradimento). E qui trattamento sta in vece di macchinazione: e macchinazione ha il Salviati, citando questo luogo.
  4. congiurazione di Catilina) Congiurazione è lo stesso che congiura; ed oggi dicesi, meglio che nel primo, nel secondo modo.
  5. tanto verissimamente quanto io più potrò, in brievi parole riconterò) Si ponga mente a questo tanto verissimamente, ch’è proprio modo di nostra lingua, il quale, usato a tempo e con giudizio, aggiugne forza e vigoria al discorso: ma non si vuole farne abuso. Ricontare vai propriamente contar di nuovo; ma si usa pure per raccontare, narrare semplicemente, come è da intendere in questo luogo.
  6. per novità di gran fallo e di pericoloso) Si avverta che qui è ripetuto il segnacaso o preposizione di avanti a pericoloso per dar più efficacia alla parola, e richiamar meglio ad essa l’attenzione del lettore. Così ancora il Boccaccio nella novella di Martellino disse: E,con questo, uomo di santissima vita e di buona era tenuto da tutti. Nondimeno si vuole esser molto cauto in imitar questo modo, scrivendo: chè ordinariamente non si suol così fare: aggiungendosi solo la congiunzione e.
  7. virtù d’animo e di corpo) Virtù, oltre alle altre sue significazioni, vale anche forza, possanza, vigore; e cosi è da intendere in questo luogo. In questo sentimento fu adoperata da altri scrittori, e dal - Boccaccio ancora, il quale nella nov. 99, 23, disse: Essendo la virtù del beveraggio consumata ec. gittò un gran sospiro.
  8. d’ingegnamento reo e perverso) Ingegnamento è registrato nel Vocabolario della Crusca solo in sentimento di astuzia, sagacità, industria; ma il nostro autore in questo luogo l’adopera in senso di ingegno, nel significato del §5° della Crusca, cioè d’indole, natura, e così pure nel Giugurtino, dove dice: Era un uomo di pacifico stato, e non da battaglia, nè d’ingegnamento malizioso.
  9. le fedite, li micidii) Fedita e micidio sono lo stesso che ferita e omicidio, ma sono voci antiche da non usare oggi.
  10. poichè fu fatto uomo, cioè poichè fu divenuto adulto. Manca uomo in questo sentimento al Vocabolario; e merita essere aggiunto.
  11. studiò e brigò’ ) Brigare qui è posto assolutamente per brigarsi, cioè affaticarsi.